Ci troviamo a vivere in un momento di grande disorientamento rispetto a come si vive e come si interpreta l’impegno pubblico e come l’esplosione quotidiana di episodi di corruzione o di violenza abbiano azzerato la speranza in una società più giusta. Non so se le chiacchiere forbite di Renzi e di tutta quella pletora di candidati che si propongono, chi più chi meno, come salvatori della Patria riusciranno a convincersi che ci si trova in una nuova stagione politica. Non credo che basti impostare una campagna referendaria dividendo l’elettorato tra riformisti , portatori di verità che votano “si” alla riforma costituzionale e conservatori retrogradi che votano “no”. Quando si tratta di esprimersi su una riforma della costituzione, in cui le ragioni del “si” e del “no” si equivalgono non è semplice dare ragione a occhi chiusi all’uno o altro schieramento. L’Italia avrebbe bisogno di destrutturare una serie di privilegi(dalle pensioni d’oro ai vitalizi) , di alzare dei margini alle consorterie del denaro e dei poteri, di aprirsi a una dimensione di apertura dove il pluralismo sia riconosciuto come un dato positivo che mette in relazione positiva e sinergica le differenze. Bisognerebbe investire di più sul valore Umano; inteso come istruzione,ricerca scientifica,sanità,trasporti,servizi alla persona,Lavoro e occupazione. Mi chiedo se si sta veramente camminando in questa direzione , oppure si è tentati di semplificare per dominare una società che ogni giorno di più sembra smarrita .Bisogna che ci rendiamo conto che siamo dentro processi di trasformazione sociale molto profonda e irreversibile che il mondo dei nostri figli sarà sostanzialmente diverso dal nostro anche a causa dell’egoismo dei padri. Possiamo costruire tutti i muri che vogliamo, creare alleanze di qualsiasi tipo, pagare perché altri facciano quello che noi non siamo in grado di fare, ma non potremo arrestare i flussi migratori e l’incidenza nella nostra vita, sul nostro corpo e sul come percepiamo la realtà che sempre più saranno determinate dalla sempre maggiore invasività della tecnologia. Si profila all’orizzonte un nuovo mondo in cui le nostre identità saranno mescolate e intrecciate,occorre accogliere il nuovo, lasciarlo scorrere cercando di coglierne la direzione. Questo è il compito di chi si affaccia alla politica e questo e il ruolo di chi si dedica all’impegno sociale. Tutto ciò porta a nuove distinzioni che vanno oltre quelle classiche di destra sinistra, conservatori progressisti , tra audaci riformisti e timorosi conservatori, tutte modalità che odorano di stantio quando si deve scegliere se si punta sull’inclusione e l’esclusione.
Alfredo Magnifico
Compiti e ruolo di chi si affaccia alla politica e si dedica all’impegno sociale
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