Pur volendo conservare l’ottimismo che il caso richiede, da quanto è dato sapere, le varie iniziative intraprese da eminenti personalità politiche, dirigenti, e istituzioni, tese a modificare il nuovo regolamento degli standard nell’assistenza ospedaliera, in attuazione della legge Balduzzi, per scongiurare gli effetti disastrosi, finora non hanno prodotto il risultato sperato, risultando essere solo “atti dovuti” !
E’ difficile credere ancora di riuscire a modificare il nuovo regolamento, frutto di un lavoro di due anni di tecnici ministeriali, regionali, vagliato dagli amministratori regionali, fino ad ottenere: unanime approvazione della conferenza Stato-Regioni, parere positivo del Consiglio di Stato, e giungere ormai all’imminente pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, diventando legge.
Allo stato dell’arte, non resta che individuare le soluzioni possibili che l’interpretazione del nuovo regolamento e del Patto della Salute 2014-2016 consente. Va riconosciuto le nuove disposizioni ben si prestano, con i nuovi parametri, per organizzare, sul territorio nazionale, una efficiente medicina territoriale, assistenza ospedaliera, ecc… Ma per il Molise, con i soli 310.000 abitanti, risulta essere deflagrante, riducendo l’ospedale Cardarelli a DEA di I° livello, il San Timoteo di Termoli e il Veneziane di Isernia a ospedali di base, fino all’eliminazione di interi reparti, al punto di non garantire i livelli essenziali di assistenza.
L’attuazione del nuovo regolamento deve essere, però, anche l’occasione per risettare, e riprogrammare un nuovo sistema ospedaliero integrato pubblico/privato, senza “guerre di religioni”, individuando “chi”, e “cosa” fare nelle varie struttura pubbliche e/o private esistenti, salvaguardando le “eccellenze”, ridefinendo gli accreditamenti, con le strutture private, per i servizi e le discipline necessarie a completamento del servizio offerto dalle strutture pubbliche, senza duplicazioni. Si dovrà realizzerà un sistema di assistenza ospedaliera in rete, che unitamente agli investimenti in personale e tecnologie, non può che produrre beneficio economico, facendo crescere la mobilità attiva, diminuire quella passiva, ma soprattutto rispondere al desiderato di ogni cittadino: essere assistito e curato ! La soluzione da adottare dovrà essere calzante, ugualmente, per l’intero territorio molisano, senza pensare di “tutelare” un’area particolare a svantaggio di altre, ma occorre tenere conto esclusivamente delle criticità e peculiarità delle varie aree, e del fondo sanitario disponibile!
Per quanto riguarda il presidio ospedaliero Termoli-Larino del basso Molise, il Presidente Frattura nell’ultimo consiglio comunale di Termoli, senza assumere alcun impegno, ne fare promesse, ha indicato, responsabilizzando gli addetti, come soluzione possibile, per evitare i tagli dei 4 reparti (Ginecologia,Pediatria,Urologia,Otorino), quella di far crescere: efficienza, produttività, appropriatezza, …Tutti parametri che il Presidente Frattura ha rimarcato essere negativi negli ultimi anni, unitamente all’elevata e crescente mobilità passiva, soprattutto con il vicino Abruzzo, la diminuzione di quella attiva, l’ inappropriatezza dei ricoveri, ecc….
Tutto vero, come però è anche vero che a tali risultati si è giunti dopo che il San Timoteo e il Vietri, unici presidi ospedalieri pubblici presenti nel territorio bassomolisano, per anni hanno subito: riduzione di personale, mancata sostituzione di primari di reparti (Ginecologia, Ortopedia, Oculistica, ….) di eccellenza, chiusura di interi reparti, carenza di investimenti in nuove tecnologie, scarsità di risorse per l’ordinaria manutenzione, ecc…
Come esempio per tutti: la chiusura del punto nascita al Vietri, a cui è non stato seguito dal potenziamento, di personale e tecnologie, necessario al reparto del San Timoteo, unico restante nel basso Molise, col risultato che molte partorienti hanno preferito utilizzare strutture extraregionali (Vasto e San Giovanni Rotondo) facendo crescere la mobilità passiva e diminuire quella attiva che da sempre si registrava nel passato soprattutto dai comuni dell’alta Puglia.
Con la nuova programmazione occorre cambiare verso, rimediare gli errori del passato, potenziando il presidio ospedaliero di Termoli, elemento di “frontiera”, indispensabile per ridurre il flusso dei molisani verso le strutture extraregionali, e tornare ad essere attrattivo per cittadini extraregionali dei comuni limitrofi. Tale operazione riveste ancor più oggi priorità assoluta, poiché l’Abruzzo nella programmazione sanitaria, prevede imminenti nuovi investimenti per i reparti esistenti (Ginecologia, Urologia, ecc..), oltre alla realizzazione, con inizio dei lavori a breve, del nuovo ospedale nella vicina Vasto. Risultato prevedibile: il San Timoteo sarà letteralmente “fagocitato”, riducendosi, in pratica, a punto di primo soccorso per quei “malcapitati”, costretti a rivolgersi, che si vedranno “impaccottati” e spediti in altre strutture sanitarie. In tal caso tutti, da oggi, sono consapevoli che 103.000 residenti del basso Molise, solo sulla “carta” resteranno accreditati all’area centrale della programmazione sanitaria regionale, ma in pratica un terzo del Molise andrà a sostenere, con il crescere della mobilità passiva verso l’Abruzzo, la maggior parte delle spese sanitarie del nuovo ospedale di Vasto !
Anche per questo occorrerà intraprendere senza indugio, con le regioni limitrofe, in primis con l’Abruzzo, gli accordi per le aree di confine come previsto nel nuovo Patto della salute 2014-2016 e nella stessa legge Balduzzi, la soluzione che si profila per l’ospedale di Agnone, sembra vada nel verso giusto. Riteniamo però non applicare la tecnica del “carciofo”: accordo per singola area, ma è opportuno individuare tutte le criticità presenti nelle diverse aree di confine e prospettare in un unico accordo le soluzioni ottimali per risolverle nella loro interezza. Si può iniziare per un periodo sperimentale di adottare le forma di collaborazione tra le regioni interessate, non solo per il sistema di emergenza, ma pensare anche ad introdurre elementi di programmazione tesi a realizzare interconnessioni aziendali e interaziendali, senza escludere la possibilità di considerare la mobilità tra le due regioni non solo dei pazienti ma anche degli operatori sanitari.
Per giungere ad un risultato positivo, occorre l’unità di intenti e massimo impegno da parte di tutti: politici, amministratori, dirigenti, operatori, comitati, associazioni, …..diversamente il destino del Molise è segnato: fallimento !
Termoli 30 marzo 2015
ing. Nicola Felice
Presidente Comitato San Timoteo