Il rappresentante molisano del movimento Possibile, Michele Durante, è intervenuto all’incontro del “Comitato per il No” del partito Socialista locale alla riforma costituzionale. “I messaggi della propaganda per il Sì stanno facendo passare l’idea che chi vuole bloccare la riforma è a favore della restaurazione dei vecchi diritti, dei privilegi e delle prebende, ma questo non vero. È disonesto – ha spiegato Durante – che il presidente del Consiglio sostenga che con questa riforma costituzionale ci saranno meno politici, i consiglieri regionali saranno più controllati e i costi della politica saranno ridotti. Queste misure potrebbero essere disciplinate con leggi ordinarie che possono essere approvate in soli due giorni”.
Di contro, “la battaglia per il no è una battaglia culturale per difendere la legge principe del nostro Paese. L’articolo 70 più volte citato – ha spiegato il rappresentante di Possibile – complica talmente tanto i procedimenti legislativi facendoli passare da quattro a dieci e mantenendo il Senato come organo legislativo con una serie di cavilli, per giunta difficili da decifrare, che sarebbero al di fuori della stessa matrice costituzionale che invece deve essere la strada maestra su cui gli organi dello Stato devono camminare”.
In questo contento, con “l’occupazione massiva dei mezzi di informazione da parte dei rappresentanti del governo che in ogni occasione legano la riforma alla modernizzazione del Paese, ma senza mai parlare di contenuti e seminando incertezza su quello che accadrà. Noi lo abbiamo detto dal primo momento – ha ricordato Durante – anche quando, in un solo anno, il governo Renzi ha riformato quattro aree delle nostra società: lavoro, ambiente, Pubblica Amministrazione ed energia con altrettante riforme che loro hanno definito epocali e i cui risultati si stanno vedendo oggi attraverso la Buona scuola, il Jobs Act e la riforma della P.a. che, di fatto, nel silenzio generale, privatizza l’acqua”.
E allora, “il nostro sistema bicamerale – ha domandato Durante – può essere vecchio? Ha appena 70 anni. Deve essere rivisto? Sì, ma non da questo governo e da questo parlamento perché per la non costituzionalità dell’Italicum i parlamentari sono stati eletti in base ad una legge illegittima e restano in carica solo per la continuità legislativa e costituzionale. Va da sé che per principio non devono mettere mano alla legge principe dello Stato e nessuno glielo può permettere accettando, di fatto, che un Parlamento illegittimo proponga una modifica della Costituzione e chieda anche di votare il referendum”.
In questo contesto “il comitato per il no dei socialisti, che aderisce al comitato per il No nazionale, è benvenuto in una dialettica che speriamo possa essere sempre più di contenuti e sempre più chiara per i nostri interlocutori perché credo che i cittadini italiani non si sentano rappresentati da questo governo e da questo parlamento. Per cui – ha concluso Durante – andiamo avanti, ognuno dalla sua posizione politica, ma quando ci sono delle battaglie di principio a difesa della nostra democrazia, del nostro Stato e del nostro sentirsi cittadini italiani tutti sullo stesso livello, non possiamo non metterci insieme”.