Sua eccellenza Mons. De Luca, vescovo di Termoli – Larino, ha finalmente parlato per far conoscere, ai cittadini larinesi e molisani, le ragioni che l’hanno convinto a mettere a disposizione della Granarolo, per il suo progetto di una stalla di 12.000 manze, i 100 ettari dei terreni del Seminario di Larino. Un numero – ben 12.000 manze che vengono a fare la colonia a Larino – che ieri, dando la sua disponibilità, non l’ha impressionato e neanche insospettito delle conseguenze che sarebbero ricadute sul territorio, nel momento in cui andavano a cementificare i suoi 90 ettari di terra di Monte Arcano!
Bene hanno fatto il Comitato “No Stalla, Si Molise bene comune” e quanti – tra i quali numerosi esperti – hanno spiegato nei minimi particolari le ricadute, tutte negative, di questo progetto che ha come solo obiettivo il profitto e la conquista da parte della Granarolo della leadership nel campo della trasformazione e distribuzione del latte.
Un’azione di corretta informazione che ha prodotto molti ripensamenti, perfino nei personaggi politici che avevano sostenuto e promosso la calata nel Molise della stalla della Granarolo. Se abbiamo interpretato correttamente le parole del vescovo e il suo pensiero, c’è solo da ufficializzare il ritiro della messa a disposizione dei terreni, un atto che costringerebbe la Granarolo a rivedere i suoi piani e – noi ce lo auguriamo – a rinunciare definitivamente alla realizzazione del progetto nel Molise. Non ci sono più le condizioni per andare avanti dopo l’abbandono della politica ed ora anche del vescovo S.E. De Luca.
Una decisione positiva che potrebbe dare slancio alla cooperativa Arcobaleno e diventare così un punto di riferimento per l’agricoltura molisana, visto che il suo percorso è iniziato sotto i migliori auspici con i primi risultati, come racconta il Vescovo, all’insegna della qualità dei prodotti raccolti, in particolare i ceci e l’olio. La qualità, come dicono gli esperti, trova la sua origine proprio in quel territorio che qualcuno pensa di trasformare in una piattaforma di cemento e, come tale, definitivamente persa per la produzione di alimenti di qualità e che, è utile ribadirlo, è anche fonte di occupazione, sicuramente molto di più di quella che offre una stalla industriale, che non ha niente a che vedere con l’agricoltura e il Molise. Il territorio che, non ci stanchiamo di ribadirlo, è, con le sue fondamentali e importanti risorse, il solo grande tesoro del Molise. Il Comitato, alla luce anche di questa dichiarazione, accolta positivamente ai fini dell’obiettivo finale, che è quello di un “No” definitivo del Molise alla stalla di 12.000 manze, continua nella sua azione d’informazione e di coinvolgimento dei cittadini larinesi e molisani.