L’APS Liberi di Essere opera nel territorio molisano dal 2013. Essa è attiva per la tutela e la valorizzazione delle risorse umane, ambientali e del territorio tutto, inteso come ecosistema complesso. Tale APS tenta di agire a diversi livelli per la tutela, l’evoluzione e la conservazione del paesaggio culturale: come più volte pubblicizzato, partendo dalla promozione di nuovi stili di Vita con l’E.H.P., dà un riconoscimento ai valori territoriali, ambientali, storici ed antropici.
Nell’ambito delle azioni suddette l’associazione promuove e sostiene il benessere sociale, operando anche nel sistema accoglienza richiedenti asilo politico con progetti di integrazione degli stessi per andare oltre un’assistenza passiva verso la definizione di un sistema “Molise Interculturale e Virtuoso”.
Tali intenti scaturiscono da un lavoro di squadra mettendo in campo professionalità e competenze specifiche: psicologiche, sociali e culturali.
Il Progetto
NATURE HOUSING nasce dalla presa di coscienza che i problemi sociali crescono e le emergenze chiedono SOLUZIONI IMMEDIATE E VIRTUOSE.
In Molise i tratturi possono costituire il filo conduttore per uno sviluppo sostenibile e virtuoso, poiché da sempre la cultura di un luogo e di una società derivano da una stratificazione di conoscenze e da un patrimonio di saperi che partono proprio dal cibo. Per nutrirsi l’uomo diventa da nomade a stanziale e dai graffiti nelle grotte (abitazioni naturali rudimentale) passa alla costruzione progressiva del paesaggio culturale che è un tutt’uno tra beni materiali ed immateriali costituenti patrimonio dell’umanità.
Il progetto prevede la creazione di micro insediamenti distribuiti sul territorio regionale con l’obbiettivo di formare in maniera attiva i soggetti in accoglienza tramite corsi specifici per favorire l’integrazione ed esperienze lavorative all’interno delle comunità ospitanti, organizzando eventi, installazioni artistiche, microricettività alberghiera.
Realizzare ed attuare il progetto, non vuol significare obbligare i soggetti ospiti in accoglienza, ad una residenzialità molisana, ma significa dare loro una opportunità di crescita. Creare nei soggetti in accoglienza una coscienza in ambito lavorativo ed economico, aprire ad idee e soprattutto non farLi “sopravvivere” (due anni se non tre) sospesi per l’attesa di un giudizio e/o di un parere, ma far vivere loro a pieno la Vita: donare loro ricordi di insegnamenti reciproci e non un trascorso di vita sospesa. Solidarietà, Ospitalità ed Umanità con riconoscimento di identità culturali e sapienze locali e tradizionali, possono originare opportunità di crescita reciproca.
Obbiettivi
In riferimento al sistema accoglienza, il progetto prevede che ciascun Comune possa attivarsi per l’ospitalità in gruppi di massimo 16-20 soggetti tra i richiedenti asilo trasferiti dai centri di prima accoglienza in essere, dopo un trimestre; al fine di tramandare il valore delle identità culturali, si prevede di attivare SPRAR per accoglienza Minori con massimo 10 soggetti. Sommariamente le azioni da attivare sul territorio sono:
I. Intervenire con laboratori didattici e linguistici, di orticoltura ed alimentazione, mirati al ben-essere dei soggetti, costretti a stravolgere normalmente il loro stile di vita, pertanto andare verso un nuovo equilibrio con conoscenze ed “ambientamenti” graduali;
II. Permettere a tutti di integrarsi a diversi livelli attraverso l’attività all’aperto con proposte di sport e giochi tradizionali di altre culture, ad esempio il cricket;
III. Valorizzare le differenti culture con eventi itineranti fra i diversi comuni e favorire l’integrazione attraverso conoscenza della nostra storia, cultura e tradizioni con divulgazioni e visite guidate sul territorio;
IV. Innescare scambi virtuosi tra i diversi centri di accoglienza;
V. Creare eventi o inserirsi in cicli di eventi già in essere nella nostra regione con la partecipazione di pro-loco, associazioni locali, istituti alberghieri etc;
VI. Elaborare progetti piloti in ambito immobiliare: restaurare e rivitalizzare centri storici con recupero di tecniche tradizionali ed attenzione alle risorse secondo i più attuali criteri di architettura eco-sostenibile con attivazione di microricettività diffusa nei centri abitati dando spazio fisico, in ogni comune alla cultura e alle tradizione dei soggetti ospitati per divulgarne la conoscenza;
VII. Valorizzare itinerari e luoghi patrimonio di storia e di cultura locale;
VIII. Realizzare un parco delle meraviglie del mondo in miniatura (da modello di Italia in Miniatura) costituito dalla selezione dei beni patrimonio dell’umanità dei paesi di provenienza dei soggetti ospitati.
IX. Essere di richiamo internazionale, essere un modello di sviluppo sostenibile ed equo e solidale.
Sono stati mossi i primi passi in silenzio condividendo la validità del progetto con enti e istituzioni (Prefettura e Regione); sono state raccolte le prime adesioni da parte dei privati (aziende e famiglie) residenti nei comuni di Gildone, Baranello, San Massimo, Vinchiaturo e Campobasso partendo dal coinvolgimento dei soggetti ospiti dei centri presso i quali Liberi di essere Area Immigrazione opera o ha operato, tra i quali Eden (Campobasso) e Piè Monte (San Massimo). Conclusioni
Sicuramente un progetto che semplicemente e natural-mente, ha contenuti che rispecchiano competenze e passioni di tutti gli operatori dell’Area Immigrazione Liberi di Essere.
Nature Housing è un progetto ambizioso, ma il logo stesso dell’associazione che lo propone è rappresentativo della volontà di volare alto per una possibilità di prospettive diverse, pur sapendo che si potrebbe non incontrare il vento giusto!!… ma le stagioni ed i venti cambiano e chi gioca con gli aquiloni deve essere bravo a comprendere in che direzione andare e soprattutto cogliere i momenti favorevoli a raggiungere alte quote!
Questo in sintesi è l’intento e lo spirito della proposta elaborata dalla responsabile dell’Area Immigrazione della APS LIBERI di ESSERE, Concetta Fornaro, grazie al lavoro sperimentale svolto in ambito di mediazione culturale presso i centri di prima accoglienza: riconoscere sin da subito la valenza di risorsa agli ospiti ed avviarli ad un cammino di autonomia che prescinde dal riconoscimento dello stato giuridico di Rifugiato. Mirare ad uno sviluppo auto-centrato, facendo tesoro del patrimonio di conoscenze e tecniche, con l’obiettivo di riportare l’individuo al centro del sistema sociale.