Mentre entra sempre più nell’operatività la predisposizione, da parte della Regione, del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014/2020 del Molise, che deve riflettere gli obiettivi strategici stabiliti a livello nazionale e delineati negli accordi di partenariato, l’Assemblea della Coldiretti Molise esprime la preoccupazione che l’importante e fondamentale occasione, per il rilancio delle imprese agricole regionali, possa essere forviata da progettualità non rispondenti alle reali opportunità produttive molisane.
La battaglia della Coldiretti Molise alle speculazioni che tendono a penalizzare le imprese agricole vere all’interno dell’agroalimentare continua e l’Assemblea Regionale dei presidenti di Sezione di Coldiretti Molise si dichiara determinata a sostenere la massima oculatezza nell’utilizzo delle risorse del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Molise.
“Gli obiettivi strategici del Piano di Sviluppo Rurale 2014/2020 – dichiara Vittorio Sallustio, presidente di Coldiretti Molise, riportando quanto espresso dall’Assemblea regionale – sono, imprescindibilmente anche per la nostra regione, di contribuire alla competitività dell’agricoltura, alla gestione sostenibile delle risorse naturali, all’azione per il clima e allo sviluppo equilibrato delle zone rurali. Chi immagina di tentare la Regione Molise, affinché utilizzi tali risorse per drogare, ulteriormente, realtà industriali che non riescono ad adattarsi alle rigide regole del mercato e sperano di perpetrare speculazioni finanziarie che fagocitano interventi pubblici, non solo condanna i lavoratori di quegli indotti alla mortificazione permanente ed alla frustrazione professionale di un futuro aleatorio, ma danneggia l’intera economia del Molise, sottraendo risorse che, invece, sono destinate a contribuire a sviluppare progetti agroalimentari basate sulle imprese agricole.”
La rivendicazione della Coldiretti Molise accomuna alcune temerarie idee dell’agroalimentare regionale, che vorrebbero forzare la natura rurale del Piano di Sviluppo 2014/2020, alle speculazioni già fortemente denunciate in questi giorni dell’assurda presenza di 3000 furbetti, in Italia, costituiti da grandi gruppi industriali, assicurativi e bancari, ma anche enti di diversa natura, che non vivono certo di agricoltura, ma che ricevono un importo di oltre mezzo miliardo di euro, mentre si chiedono sacrifici a tutti gli italiani a partire dagli agricoltori.
“In un momento in cui in Molise si parla molto di sviluppo dell’agroalimentare, – sostiene Roberto Scano, direttore della Coldiretti Molise – occorre, però, anche fare attenzione che non si strumentalizzino l’attrattiva e le solide possibilità di sviluppo del settore, ed occorre evitare che l’agroalimentare finisca per essere sfruttato per grossolane speculazioni finanziarie da pseudo industriali, abili giocolieri nell’attivare finanziamenti pubblici, per poi lasciare ad un decadente destino di fallimento strutture non idonee a competere, in quanto non integrate in reali progetti di sviluppo agricolo. La Regione e la politica molisana, che individuano, giustamente, l’agroalimentare quale pilastro della clean economy del Molise di domani, devono tenere adeguatamente conto che l’agricoltura, le imprese agricole ed i prodotti agricoli molisani, sono la base per poter costruire e proporre un agroalimentare di successo, senza farsi forviare da velleitarie alchimie.”
Un esempio di come possano essere forviate le iniziative a favore dell’agroalimentare tipico locale, citato durante l’Assemblea regionale di Coldiretti Molise, sono le tantissime, troppe, sagre paesane, che in Italia sono circa 42.000, con una media di 5 per ognuno degli 8.062 comuni italiani. Di queste sagre solo circa la metà sono legate ad un cibo tradizionale locale, fatto con prodotti agricoli realmente coltivati in loco. Quelle forvianti, rispetto alle produzioni locali, hanno un fatturato di 600 milioni all’anno, e finiscono solo per fare concorrenza sleale verso la normale ristorazione.