Costi di produzione elevati, prezzi di mercato poco remunerativi, spese rilevanti per l’adeguamento alle normative sanitarie, difficoltà a produrre foraggi ed altre colture proteiche in azienda a causa dei continui danni causati dai cinghiali, riduzione unilaterale del prezzo del latte, carenza dell’assistenza tecnica agli allevamenti, emergenze sanitarie, vincoli e ritardi burocratici, scarsa valorizzazione delle produzioni e soprattutto difficoltà di ricambio generazionale. E’ lungo l’elenco dei problemi che pesano oggi come macigni sulla zootecnia molisana, tanto da spingerla sul fondo di una crisi che rischia di compromettere il futuro del settore.
Difficoltà che non stanno risparmiando alcun comparto, dai bovini da latte e da carne ai suini, agli ovicaprini, tanto da spingere la Coldiretti Molise a dare il via a una “vertenza zootecnia” per invertire la rotta e dare risposte efficaci alle esigenze manifestate dagli allevatori, a partire dai controlli sul rispetto delle leggi che obbligano di indicare in etichetta la provenienza del latte e formaggi fino a carne e salumi derivati dai suini.
A fare da detonatore è stato senza dubbio il rincaro dei costi di produzione degli allevamenti dove, per effetto del rincaro delle materie prime, si spende circa il 10% in più per riempire le mangiatoie. Un onere che si è aggiunto alle difficoltà determinate dall’emergenza Covid-19 che ha falcidiato i ricavi e rischia di dimezzare il numero delle imprese del settore in regione, e che segue i tagli all’assistenza tecnica degli allevamenti per il ritardo dei trasferimenti pubblici all’Associazione Allevatori e il perdurare del furto di valore e immagine che subiscono le nostre produzioni a causa dei comportamenti scorretti di alcuni attori della filiera e delle importazioni di prodotti dall’estero spacciati come nazionali.
Basti dire che su ogni euro speso dal consumatore per acquistare carne, latte o uova della zootecnia nazionale, solo una percentuale tra il 13 e il 17% finisce nelle tasche degli allevatori, mentre per ogni prodotto italiano si sviluppa un finto made in Italy cinque volte più grande. Se poi si aggiungono i problemi di scarsa valorizzazione del prodotto, per la mancanza di un strategia regionale di valorizzazione delle produzioni zootecniche, si ha il quadro di una situazione giunta ormai a livelli critici.
Per quanto riguarda la valenza territoriale della zootecnia, è importante ribadire come la presenza di allevamenti nelle aree più marginali di collina e montagna rappresenta una fonte di reddito difficilmente sostituibile, in grado di garantire, inoltre, una sorta di “presidio” ambientale e territoriale fondamentale. Senza dimenticare che, nel contesto molisano, quella zootecnica rappresenta una delle principali attività praticate dalle aziende. Inoltre, la presenza di forme di allevamento estensivo, attuata dalla gran parte delle aziende zootecniche, conferisce al prodotto ottenuto (carne e latte) una qualità intrinseca superiore e riconoscibile dal consumatore ed a basso impatto ambientale.
Nel rispetto delle esigenze di un consumatore sempre più attento alle problematiche ambientali, salutistiche e in cerca di qualità e tipicità, occorre far sì che anche i prodotti zootecnici locali raggiungano livelli qualitativi e di sicurezza alimentare in grado di rispondere efficacemente a queste richieste. Questo attraverso uno sviluppo delle condizioni produttive e di commercializzazione comunque circoscritto in un ambito di intervento ben definito e cioè nella salvaguardia e tutela degli aspetti ambientali e paesaggistici. La promozione e comunicazione della qualità e le peculiarità distintive dei prodotti zootecnici al consumatore sono punti di forza su cui è necessario intervenire, insieme ad investimenti strutturali fondamentali per incrementare i livelli di efficienza delle aziende zootecniche e di qualità dei prodotti.
La crisi del settore è talmente evidente che la Regione Molise tramite il proprio PSR ha di recente pubblicato uno specifico bando – Mis. 4.1.1. terza edizione – per finanziare investimenti strutturali mirati alle imprese zootecniche dei comparti bovino ed ovicaprino. Purtroppo, l’emergenza sanitaria in corso ha di fatto rallentato l’iter della misura.
Anche le premialità previste a favore degli allevatori attraverso la presentazione delle domande PAC – sostegno accoppiato zootecnia – non possono essere fruite in mancanza di un sistema di certificazione precedentemente svolto dall’Associazione Allevatori e dal Consorzio Carni del Tratturo; il paradosso è che le risorse perse dai nostri allevatori vanno a beneficio di altre regioni. Grazie all’azione svolta a livello nazionale e comunitario da parte di Coldiretti, sono state avviate una serie di misure a sostegno delle filiere carni bovine ed ovicaprine, che prevedono interventi sulla commercializzazione; ma tali opportunità si scontrano con la carenza di strutture di ritiro che pure erano nel passato, presenti in Molise. Coldiretti si chiede: c’è la volontà della Regione di mettere in campo una strategia complessiva per la zootecnia? Se ciò esiste, la Coldiretti come sempre ci sarà!