“L’olivicoltura è un settore strategico per il Molise, in quanto la nostra regione è particolarmente vocata a tale coltura, con oltre venti cultivar autoctone di pregio, e, adattandosi perfettamente alla morfologia diffusamente collinare del Molise, consente il presidio agricolo e la tutela di vaste aree del territorio regionale. Va però rivalutata dal punto di vista economico, al fine di renderla adeguatamente remunerativa per gli agricoltori.” E’ il messaggio forte che ha proposto Coldiretti Molise con l’affollatissimo convegno, aperto dal presidente Tommaso Giagnacovo, sul tema: “valorizzazione e commercializzazione della produzione olivicola molisana attraverso le filiere tracciate”, organizzato insieme a Co.pr.o.m., il Consorzio di Produttori Olivicoli Molisani. Una analisi delle dinamiche del mercato olivicolo, nazionale ed internazionale, nel 2014, anno “terribile” per la scarsa produzione olivicola, è stata fatta da Mena Aloia, presidente di Co.pr.o.m., il Consorzio di Produttori Olivicoli Molisani. “Il 2014 – ha evidenziato Mena Aloia – ha fatto registrare, in Italia, tre particolarità: il record dell’import di olio di oliva; l’aumento per l’Italia della quantità esportata di olio di oliva e sansa; l’aumento di più del 3% degli acquisti di oli di oliva confezionati. L’aumento contemporaneo dell’olio di bassa qualità importato in Italia e l’aumento delle esportazioni di extravergine di oliva sono sintomi che destano qualche perplessità per la salvaguardia del tenore medio della qualità. Il Molise piccolo e con non molta produzione, che è anche molto frammentata, è ricco di biodiversità e deve puntare sulla specificità e sulla caratterizzazione, con una promozione forte e complessiva dell’olivicoltura molisana.” Il Direttore della Coldiretti Molise, Saverio Viola, ha evidenziato l’impegno di Coldiretti per l’olivicoltura, con l’attivazione di importanti servizi ed assistenza anche alla commercializzazione, attraverso il progetto di Campagna Amica e della Filiera Agricola tutta Italiana, che dà tracciabilità delle produzioni e garanzia di genuinità ai consumatori. I nuovi strumenti di politica agricola a favore dell’olivicoltura sono stati illustrati dal presidente, David Granieri, dell’UNAPROL, che è da sempre la più grande e rappresentativa associazione del settore olivicolo a livello nazionale e comunitario. Il massimo dirigente di UNAPROL si è soffermato, in modo particolare, sui programmi di sostegno CE al settore dell’olio di oliva e sul Piano Olivicolo Nazionale, varato dall’Italia. Il Piano Olivicolo Nazionale, ha evidenziato Granieri, stanziano 32 milioni di Euro di sostegni al settore olivicolo, anche per contrastare il diffondersi della Xylella, ed ha come obiettivi : a) incrementare la produzione nazionale di olive e di olio extravergine di oliva, senza accrescere la pressione sulle risorse naturali, in modo particolare sulla risorsa idrica, attraverso la razionalizzazione della coltivazione degli oliveti tradizionali, il rinnovamento degli impianti e l’introduzione di nuovi sistemi colturali in grado di conciliare la sostenibilità ambientale con quella economica, anche con riferimento all’olivicoltura a valenza paesaggistica, di difesa del territorio e storica; b) sostenere e promuovere attività di ricerca per accrescere e migliorare l’efficienza dell’olivicoltura italiana; c) sostenere iniziative di valorizzazione del made in Italy e delle classi merceologiche di qualità superiore certificate dell’olio extravergine di oliva italiano, anche attraverso l’attivazione di interventi per la promozione del prodotto sul mercato interno e su quelli internazionali; d) stimolare il recupero varietale delle cultivar nazionali di olive da mensa in nuovi impianti olivicoli integralmente meccanizzabili; e) incentivare e sostenere l’aggregazione e l’organizzazione economica degli operatori della filiera olivicola. La scommessa – ha concluso Granieri – rimane la valorizzazione del vero extravergine made in Italy, attraverso la trasparenza nella filiera e la tracciabilità della nproduzione.
Coldiretti: l’ovicoltura è strategica per il Molise e va rivalutata economicamente
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