L’andamento anomalo del tempo sta sconvolgendo, oltre alle abitudini delle persone, i cicli vegetativi delle piante, con l’allungamento dei tempi di crescita di molte colture, penalizzando l’attività agricola e sta condizionando i ritmi naturali. E’ quanto evidenzia la Coldiretti Molise, con particolare riferimento alla zootecnia diffusamente presente nel Medio ed Alto Molise. Se devastanti sono state le conseguente del maltempo per la raccolta di foraggi, che raramente hanno avuto la possibilità di essere falciati ed imballati senza essere danneggiati dalla pioggia, e sensibile è stata la penuria di resa per i cereali e le produzioni di alimenti per gli animali, un dato dato positivo, secondo quanto constatato da Coldiretti Molise, è il ridotto calo produttivo fisiologico del latte, conseguente alle temperature estive, che è stato, quest’anno, attenuato dal fresco. Dato confortante anche in considerazione che, in Molise d’estate, il latte deve sostenere la richiesta di latticini e prodotti tipici regionali incentivata dalla presenza di molti molisani emigrati, che rientrano, per le vacanze estive, nei paesi di origine.
Per la zootecnia molisana, evidenzia Coldiretti Molise, il problema rimane comunque la concorrenza subdola dei semilavorati, che vengono importati per produrre pseudo latticini locali. Nell’attuale mercato globale la concorrenza di qualunque surrogato di prodotti caseari finisce per penalizzare anche la nostra zootecnia locale.
E’ il caso, richiamato da Coldiretti Molise, dell’uso ambiguo e nascosto dell’olio o grasso di palma, utilizzato soprattutto nei prodotti da forno, per sostituire il burro, facendo decadere la qualità dei prodotti. Tutti sappiamo che il burro è da sempre l’ingrediente d’elezione dei prodotti da forno, tanto da essere l’unico a poter essere utilizzato per panettone, colomba e pandoro, ma, per speculare sui costi di produzione, molte industrie utilizzano l’olio o grasso di palma, ma aggiustano il sapore di biscotti e merendine con un accurato dosaggio di “aroma burro”, per infondere quella nota di gusto molto gradita ai consumatori.
Inoltre, spesso, commenta Coldiretti Molise, la presenza dell’olio di palma non è neanche riportata tra gli ingredienti, potendo ad oggi utilizzare la voce generica “grassi vegetali”, mentre dal 14 dicembre 2014 dovrà essere dichiarato, in modo chiaro, sull’etichetta il tipo di grasso utilizzato.
L’olio di palma, semiliquido a temperatura ambiente, di colore rosso acceso per l’elevato contenuto di carotenoidi, ampiamente utilizzato nei paesi in cui la palma viene coltivata, Africa, Asia e America centro-meridionale, nei paesi occidentali non ha avuto molta diffusione per due motivi: 1) pur essendo liquido come l’olio di oliva è meno stabile, tende ad irrancidire facilmente e questo aspetto da un punto di vista commerciale rappresenta un problema. 2) qualunque piatto o prodotto alimentare condito o preparato con olio di palma integrale diventa rosso e questo non piace molto ai consumatori occidentali.
L’olio di palma impiegato dall’industria alimentare, invece, dopo diversi processi in laboratorio, viene reso incolore, inodore ed insapore, ed utilizzato per merendine, biscotti, torte e brioche.
Coldiretti Molise sottolinea che, mentre la zootecnia, regionale ed italiana, sostiene il presidio della montagna e la tutela del territorio, la produzione di olio di palma contribuisce alla deforestazione, alla distruzione della biodiversità e delle colture locali, allo sfruttamento di chi li lavora, sottraendo notevoli quantità di acqua alle già scarse disponibilità idriche per usi civici dei paesi produttori.
Coldiretti: l’estate anomala sconvolge i cicli vegetativi delle piante
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