Contro i veleni nel piatto, difendiamo il cibo ‘made in Italy’. E’ quanto ribadito dalla Coldiretti al maxi raduno, al quale erano presenti oltre 500 agricoltori molisani, tra i complessivi diecimila agricoltori della Coldiretti, provenienti dalle diverse regioni, svoltosi a Napoli, al Teatro Palapartenope, per sostenere la qualità alimentare Made in Italy, dal campo alla tavola.
L’incontro, a cui hanno partecipato anche il Presidente della Giunta Regionale Molise, Paolo Di Laura Frattura, e l’Assessore all’Agricoltura della Regione Molise, Vittorino Facciolla, è stato aperto dal Segretario Generale Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, ed ha avuto quale cardine il Presidente nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo, con numerosi ospiti, dal Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, ai Governatori di diverse regioni, tra cui Paolo Barilla, Vice Presidente Barilla S.p.A. e Barilla Center for Food and Nutrition Foundation, il procuratore Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare il presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti, e molti altri rappresentanti del mondo economico, istituzionale e culturale.
Nel corso dell’incontro è stato presentato anche il Dossier “La crisi nel piatto degli italiani nel 2014”, della Coldiretti, con una esposizione della “Classifica dei cibi più contaminati”, elaborata sulla base delle analisi, condotte dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) nel 2014, sui Residui dei Fitosanitari in Europa. Emblematico il caso del peperoncino proveniente dal Vietnam, che, con il 61,5% dei campioni risultati irregolari per la presenza di residui chimici, è risultato il prodotto alimentare meno sicuro in vendita in Italia. Eppure, nel corso del 2013, in Italia ne sono stati importati ben 273.800 chili, per utilizzarlo nella preparazione di sughi tipici come l’arrabbiata, la diavola o la puttanesca, piccante e per insaporire l’olio o per condire piatti, senza alcuna informazione per i consumatori.
Al contrario, dal Dossier presentato dalla Coldiretti, risulta il record positivo dell’Italia, con il 99,8% per cento di campioni regolari di frutta, verdura, vino e olio, con residui chimici ben al di sotto dei limiti di legge. Il Made in Italy a tavola è leader in Europa nella qualità e sicurezza alimentare.
Dal Dossier della Coldiretti si evidenzia che si è verificata una rivoluzione storica per la pasta con la produzione di quella fatta di grano italiano al 100%, che è iniziata ed esplosa proprio negli anni della crisi. Purtroppo, – sottolinea la Coldiretti – in Italia, sempre più spesso, nelle pizzerie viene servito un prodotto preparato con mozzarelle ottenute non dal latte, ma da semilavorati industriali, le cosiddette cagliate, provenienti dall’est Europa, pomodoro cinese o americano invece di quello nostrano, olio di oliva tunisino e spagnolo o addirittura olio di semi al posto dell’extravergine italiano e farina francese, tedesca o ucraina, che sostituisce quella ottenuta dal grano nazionale. In Italia sono stati importati nel 2013 – spiega la Coldiretti – ben 481 milioni di chili di olio di oliva e sansa, oltre 80 milioni di chili di cagliate per mozzarelle, 105 milioni di chili di concentrato di pomodoro, dei quali 58 milioni dagli Usa e 29 milioni dalla Cina, e 3,6 miliardi di chili di grano tenero, con una tendenza all’aumento del 20 per cento nei primi due mesi del 2014. Una fiume di materia prima che – sostiene la Coldiretti – ha, purtroppo, compromesso notevolmente l’originalità tricolore del prodotto servito nelle 50mila pizzerie presenti in Italia, che generano un fatturato stimato di 10 miliardi, ma non offrono alcuna garanzia al consumatore sulla provenienza degli ingredienti utilizzati.