Il Co.Di.S.A.M., Comitato di Difesa della Salute & Ambiente Molise, esprime il suo allarme per l’accordo commerciale tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti, il famigerato TTIP ovvero “Trattato Transatlantico per il Commercio e gli investimenti”. Rimaniamo dell’idea, peraltro già espressa circa un anno fa, da Vincenzo Pietrantonio, presidente di Co.Di.S.A.M, che il TTIP provocherebbe diversi problemi sia dal punto di vista ambientale che sanitario e sociale.
I dubbi di un anno fa, che riguardavano l’istituzione di un meccanismo di risoluzione delle dispute tra investitori e Stati (ISDS Investor-State Dispute Settlement), una sorta di tribunale extra-territoriale presso cui citare i governi da parte di imprese che ritengano le leggi a tutela dell’ambiente, della salute pubblica o di protezione sociale, troppo rigide e dunque condizionanti i loro profitti, rimangono più che mai vivi. Difatti attualmente, dopo il rinvio di giugno, il Parlamento Europeo ha approvato il rapporto dell’eurodeputato socialista tedesco Bernd Lange che fissa dei paletti non vincolanti per i negoziatori. In particolare ci si riferisce proprio al cosiddetto ISDS, già presente nell’accodo UE-Canada il CETA approvato a settembre 2014, che la relazione Lange prevede, seppur riformato, nel TTIP. Meccanismo rivolto esclusivamente alla protezione degli investimenti che esclude la giurisdizione delle corti giuridiche pubbliche nazionali ed europee.
Questo trattato, ancora in negoziazione, prevede che le legislazioni di Europa (e di tutti gli stati che ne fanno parte) e degli Stati Uniti debbano necessariamente sottostare alle regole del libero scambio. Regole peraltro stabilite da e per conto delle grandi aziende europee e statunitensi e che, secondo taluni faciliterebbero i rapporti commerciali tra gli stati accrescendo le opportunità economiche, lo sviluppo, le esportazioni e l’occupazione.
In particolare riteniamo, assieme al nostro presidente, che questo trattato possa smantellare o rendere inefficaci regole mirate alla protezione dei cittadini dall’inquinamento, soprattutto quello derivante dalla produzione industriale nel settore alimentare. Dal punto di vista sanitario tale trattato potrebbe aprire il mercato europeo a sostanze chimiche che attualmente sono regolamentate e che non hanno cittadinanza in Europa, ci riferiamo a circa 30.000 sostanze chimiche, commercializzate negli Usa e non presenti in Europa grazie al REACH. Ciò avrebbe l’immediata conseguenza di aumentare l’esposizione della popolazione a sostanze nocive con conseguenze, che nel lungo periodo, si manifesteranno attraverso una crescita del tasso di morbilità e mortalità di quelle patologie direttamente legate al degrado ambientale indotto dall’inquinamento.
Per giunta il TTIP viene negoziato da un numero ristretto di persone e a porte completamente chiuse, qualcosa ne sappiamo grazie alle indiscrezioni di alcuni, a studi fatti da enti indipendenti e soprattutto grazie alla battaglia di alcuni comitati e associazioni che si battono contro questo trattato, in primis il Movimento STOP TTIP che ha anche un sito web.
Aderiamo con forza a quanto affermato e pubblicato da ISDE – Italia “…dal punto di vista sociale, il riconoscimento di questi accordi sarebbe un duro colpo ai processi decisionali democratici, che richiedono trasparenza e partecipazione, nonché alla sovranità degli stati membri, sia dell’Unione Europea che dei Paesi Nord-americani”, .