Riceviamo e pubblichiamo
Dopo l’archiviazione dell’inchiesta penale da parte del PM e del GIP di Isernia sulla oscura vicenda del mega appalto del “lotto zero” abbiamo letto titoloni del tipo “Lotto zero giochi finiti “.
Nulla di più errato. Il Comitato NO LOTTO ZERO (di cui fa parte anche il PCL MOLISE insieme a tante altre associazioni, partiti e singoli) ha precisato sin dall’inizio che, a prescindere dagli esiti dell’inchiesta giudiziaria, continua la sua lotta politica e sociale contro lo scempio erariale e ambientale che quella folle opera prospetta, togliendo altro verde e suolo all’agricoltura con la cementificazione selvaggia.
Risorse tolte allo sviluppo locale a vantaggio di crassi potentati del cemento: 174 milioni per collegare 5 Km tra Miranda e Pesche (35 milioni a Km) con otto viadotti e due gallerie (!!!), peraltro già collegati con la strada attuale, mai trafficata, se non con pochissime auto che già ora in 3 minuti arrivano alla superstrada verso Castel di Sangro.
Ed in questa vicenda si legge tutta la continuità politica tra due fazioni della borghesia isernina: la destra e il PD. Ed invero 4 milioni per i progettisti sono stati già impegnati ed in parte pagati, ma dei 170 milioni dell’opera non v’è ancora traccia.
Continueremo perciò ad indicare precise alternative: recuperare queste ingenti somme (quelle già impegnate per la progettazione, e quelle dell’opera se dovessero arrivare) ad un piano straordinario di occupazione nella nostra provincia a partire dal settore edile, dalla messa in sicurezza delle strade, delle zone franose e delle scuole, bonifiche ambientali e fluviali, interventi di efficientamento energetico tanto per citare alcuni esempi.
Non solo: la valutazione del PM e del GIP di escludere responsabilità penali giammai attesta la liceità anche sotto il profilo amministrativo ed erariale (rimangono in piedi le inchieste presso l’Autorità Anticorruzione e la Corte dei Conti). Ne si possono escludere impugnazioni e contestazioni della stessa Ordinanza di archiviazione nelle sedi opportune e la richiesta di riapertura delle indagini.
Come PCL denunciamo sin da ora che questa prima inchiesta fa acqua da tutte le parti.
Si precisa che nell’esposto non v’è nessuna denuncia contro singoli: vengono citati solo atti nell’ambito di una meticolosa ed attenta ricostruzione fatta dal Comitato, per far vagliare a chi di competenza se vi sono illiceità commesse in danno alla collettività a cui porre rimedio.
Sennonché il PM Andricciola, d’ufficio, ha riversato la indagine sulla sola Giunta Brasiello che aveva solo perfezionato l’iter nel 2015, escludendo la vecchia giunta di destra, che era stata la vera artefice dell’iter dal 2004 al 2012.
Ed anzi, proprio la parte di esposto relativa a questa ex giunta di destra non è stata inserita nel fascicolo, nonostante la precisa richiesta della stessa Guardia di Finanza oltre che degli opponenti.
Il PM Andricciola si è poi limitata ad un’ asettica elencazione di atti, nonostante la richiesta della Guardia di Finanza di approfondire la vicenda. Il GIP si è limitato a ricostruire altrettanto asetticamente l’iter degli atti concludendo apoditticamente per la inesistenza di rilievi penali.
Ma nessuna indagine è stata realmente svolta su nessuno dei punti posti dagli esponenti, rimasti così senza risposta alcuna; e qui se ne elencano solo alcuni:
a)- Le circostanziate deduzioni dei tecnici del Comitato circa il mancato rispetto delle distanze dovute con le sorgenti San Martino e le falde acquifere, a parte altre incongruità. ll Comune di Isernia ha omesso di procedere al richiesto sopralluogo congiunto sin dalla gestione Commissariale Saladino-Incollingo.
b)- Sulle giustificazioni della lievitazione, obiettivamente abnorme, del prezzo della progettazione riconosciuto al progettista, passato da 258 mila euro a 4 milioni di euro, e del costo dell’opera passato dai 18 milioni del 2004 agli attuali 170 milioni (per ora);
c)- sulla violazione del divieto di trattativa privata conseguente alla abnorme lievitazione dei costi, che comportava infatti una nuova gara essendosi modificato l’oggetto del contratto oltre il limite dello ius variandi;
d)- sulla delibera di giunta comunale n.196 del 2008, priva di parere di copertura finanziaria e regolarità contabile, perpetrata sino al 2012 dalla ex giunta di destra, con cui si creava il debito comunale di 4 milioni di euro a favore del progettista, un buco finanziario poi coperto dall’intervento ex post della Giunta regionale Iorio nel 2011, prelevando risorse dal Fondo Coesione Sociale, altrimenti destinabili a finalità sociali ed occupazionali;
e)- sull’ omessa valutazione “dell’opzione zero” (valutazione costi-benefici);
f)- sull’assenza del piano del traffico che giustificasse la spropositata opera, sull’assenza della valutazione dell’organismo preposto in base alla normativa europea, trattandosi di opera superiore a 20 milioni di euro e su vari altri punti degni di indagine.
g)- Sulla legittimità della composizione della Commissione aggiudicatrice.
Tutte domande serie a cui il PM Adricciola e il GIP di Isernia hanno lasciato a nostro avviso senza una reale risposta investigativa, per quanto attiene alle loro competenze.
Nondimeno, come detto, noi andremo avanti sul piano politico e sociale in questa battaglia, poiché di certo non ci fermiano alla “questione legale”, tanto più di fronte all’ennesimo esempio di quella che marxianamente definiamo la giustizia di classe dello stato borghese: anche a Isernia esistono consorterie di potere economico e politico, INTOCCABILI.
E rimuovere questa “intoccabilità” è solo un motivo in più che ci sprona in questa lotta sociale.
IL COORDINATORE Tiziano Di Clemente