I Beni comuni, non vanno confusi con le tradizionali sfere del “pubblico” e del “privato”, i Beni comuni sono qualcosa di essenziale per la sussistenza e la convivenza di una società. Bisogna preservarli, rigenerarli, crearli, gestirli.
“Cura dei beni comuni” tra le azioni principali che Cittadinanzattiva promuove da oltre 40 anni, e si impegna affinchè la salute, l’istruzione, l’ambiente, il territorio, la sicurezza, la qualità di vita, che una società detiene in comune, vengano salvaguardati, conservati e al contempo aumentarne la disponibilità e la dotazione per l’intera società e per ciascun cittadino. I beni comuni appartengono a tutti e proprio per questo, un uso spregiudicato o egoistico può danneggiare in maniera irrimediabile.
La permanente chiusura della Biblioteca Provinciale “Albino” ha privato l’intera collettività di una crescita inclusiva, che crea opportunità per tutti i segmenti della popolazione. La biblioteca è strumento attraverso il quale il cittadino può conquistare in modo indipendente ed autonomo, con l’esercizio e la fatica della sua intelligenza , margini crescenti di libertà, di autonomia e di autodeterminazione … per essere uomini e donne libere l’unica strada è quella di sapere, sapere parlare, sapere comunicare, sapere leggere.
La Biblioteca Provinciale “Pasquale Albino” nasce nel 1882 in seguito ad una cospicua donazione libraria di Pasquale Albino, avvocato, giornalista e bibliografo molisano, a cui è intestata. Nel corso degli anni il patrimonio storico della biblioteca ha subito notevoli ferite, in termini di fruizione da parte di studiosi. Il fondo che ha fatto registrare i maggiori danni è stato quello dei periodici locali , perché sottoposto ad una frequentazione notevole, data la sua importanza come fonte, a volte unica per la storia del Molise. Al fine di tutelare e rendere più fruibili i fondi di maggiore pregio e quelli molto frequentati, la biblioteca aveva predisposto, nell’ambito degli interventi della tutela e della valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, messi in atto dalla provincia di Campobasso, un progetto di digitalizzazione.
Il suo, un ruolo di indiscussa memoria storica del Molise. Correva l’anno 1999, l’Università del Molise organizza un Convegno sulle Biblioteche, coordinato e curato dal dott. Giorgio Palmieri, il primo evento che ha messo in relazione tutte le realtà delle Biblioteche molisane. Obiettivo quello di attirare l’attenzione sulle biblioteche e sui loro problemi, fornendo elementi di conoscenza su un mondo ignorato e che potesse divenire oggetto di maggiore considerazione da parte delle diverse componenti della società molisana.
Il convegno ebbe molta risonanza attraverso gli organi di stampa, perché venne riconosciuto il suo ruolo, la creazione del valore pubblico a favore dei propri utenti. La Biblioteca ha tutte le potenzialità di connettore della comunità, di hub di collegamento per gli organi di governo territoriale, organizzazioni culturali , insomma diversi attori per lavorare insieme ed ottenere risultati condivisi.
Ma la creazione di valore richiede capacità organizzativa, competenze, una rete di relazioni, la capacità di leggere il proprio territorio e dare risposte adeguate. Il territorio molisano merita di riaccendere la luce della Biblioteca “Albino” quale faro dei molisani, simbolo identitario di una comunità che non può e non deve restare privata della sua storia.