Cisl Poste, si ragiona sulla mobilitazione della categoria e non si esclude uno sciopero generale

Si è tenuto nel tardi pomeriggio del 20 giugno presso la sede CISL di Via Ziccardi, il Consiglio Regionale della CISL Poste Molise. Abbiamo tre orizzonti da raggiungere – ha esordito il Segretario Interregionale Antonio D’Alessandro, nella sua relazione introduttiva -, il primo è che Poste Italiane deve rimanere dei lavoratori, del paese, dei cittadini, dei risparmiatori, dei pensionati e non degli investitori cinesi o arabi; il secondo è di rilanciare con forza il tema della partecipazione dei lavoratori al sistema di governance, tenendo a riferimento il modello duale tedesco; il terzo, far divenire Poste Italiane un agente di sviluppo economico conservando la sua funzione di coesione sociale. Per raggiungere questi obiettivi dobbiamo essere uniti e forti.
Il Segretario Antonio D’Alessandro ha rammentato alla platea che sono passati molti anni dall’ultima grande mobilitazione dei Postali. Allora fu una grande mobilitazione per, oggi, sarà una mobilitazione contro. Oggi si aprono due fronti importanti – continuava D’Alessandro – quello interno, che preoccupa meno in un’azienda sindacalizzata al 90%, più preoccupante quello col governo. Non sarà facile dopo tanti tagli e risparmi il debito pubblico non accenna a diminuire. Il Governo ha bisogno di denaro ha scelto di trovarlo in Poste, non sarà semplice convincerlo che sta per fare una scelta scellerata.
Il sindacato in Poste Italiane – prosegue il Segretario Interregionale – non può essere escluso dai processi di privatizzazione attuati da management e governo e tantomeno possiamo rimanere fermi di fronte al poco guadagno immediato mentre la collettività e i lavoratori perdono un patrimonio quale Poste Italiane, patrimonio di questo paese!
Un forte presidio istituzionale presente su tutto il territorio Nazionale, non può essere sacrificato sull’altare di privatizzazioni – precisa Antonio D’Alessandro -, non permetteremo che questa seconda fase di privatizzazione sia svolta in modo silente nel rispetto dei lavoratori e dei cittadini. La nostra azienda deve unire e fare ciò che le aziende private non fanno. Deve essere volano di sviluppo sociale ed economico.
L’indifferenza generale, delle istituzioni, della politica, quest’ultima con ambigua doppiezza – afferma il Sindacalista D’Alessandro – a Roma avvalla tutto salvo poi stracciarsi le vesti sui territori e scaricare ad altri le proprie responsabilità.
D’Alessandro a questo punto fa riferimento alle problematiche esistenti in Poste nel Molise, alla riorganizzazione del Recapito e ai problemi presenti nel settore della sportelleria, determina la necessità di aprire un’ampia e approfondita riflessione politica con l’avvio di un percorso di mobilitazione della categoria.
Con un’azienda completamente collocata nel libero mercato, nessuno si pone la domanda di come saranno utilizzati le centinaia di miliardi dei piccoli risparmiatori e pensionati italiani. Così come nessuno si domanda chi controllerà, e con quali garanzie, l’enorme massa di comunicazioni e dati che ora Poste controlla, proponendosi anche come gestore della digitalizzazione per il sistema Paese.
A questo va aggiunto – precisa Antonio D’Alessandro – un particolare interesse delle prime linee del management aziendale che potrebbero dividersi un bonus di circa 5 milioni di euro in base agli usi e costumi consolidati per operazioni finanziarie di questo tipo: regolari da un punto di vista formale, ma certamente poco etici e altrettanto poco giustificabili per la sottrazione d’ingenti somme dagli investimenti che dovrebbero invece essere utilizzati per attività interne.
Il consiglio della CISL Poste Molise è stato chiamato a esprimersi in maniera chiara:
1. Unità d’intenti con le altre OO.SS. di categoria;
2. Intraprendere da subito e per tutto il mese di luglio un percorso di mobilitazione, che coinvolga lavoratori e cittadini, che si manifesta mediante iniziative unitarie quali assemblee regionali, presidi davanti alle prefetture, assemblee sui posti di lavoro, presidi davanti al Consiglio Regionale, incontri con i gruppi parlamentari, presidi davanti alla Camera e al Senato, incontri con le Commissioni parlamentari.
Subito dopo la pausa estiva, si valuteranno ulteriori iniziative, anche in concomitanza con il dibattito parlamentare sulla privatizzazione, non escludendo l’ipotesi di uno sciopero generale della categoria.
Il consiglio, dopo ambio dibattito, ha condiviso tutta la linea politica della Segreteria.

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