Dopo lo sciopero generale dell’intera categoria Poste, dello scorso 4 novembre, Poste Italiane divulga i dati economici relativi ai primi nove mesi del 2016 con un utile netto pari a 807 milioni di euro. Il dato – dichiara il Segretario della CISL Poste Antonio D’Alessandro – conferma la scelleratezza dell’operazione di svendita attuata dal Governo e da forza alle domande poste dalla CISL. Domande che riproponiamo ancora oggi: “Perché regalare un’azienda florida, che da utili al Governo da anni, a investitori privati? Perché lo Stato, in cambio di pochi miliardi subito, rinuncia a sicuri introiti nel tempo? Perché non si dismettono municipalizzate che sono fonti di debiti atavici? Perché non si mette mano seriamente ai vitalizi d’oro? Perché non si tolgono le agevolazioni ai gestori delle macchinette da gioco? Perché non applicare una seria revisione dei costi della Sanità, con appalti nazionali e non regionali?” Potremmo continuare all’infinito.
Non è difficile intuire – precisa Antonio D’Alessandro – che la svendita serve a coprire, ma solo per il breve periodo, i debiti dovuti a privilegi e a manovre economiche inefficaci.
La svendita di Poste Italiane avrà ripercussioni inevitabili sul sociale – afferma il Segretario della CISL Antonio D’Alessandro – con la scomparsa di quegli uffici postali ormai uniche realtà sociali in quei territori, come il Molise, abitati da una popolazione sempre più anziana.
Serve un ripensamento definitivo sulla privatizzazione di Poste da parte dell’Esecutivo, anche in considerazione alla forte adesione dei lavoratori allo sciopero generale del 4 novembre – conclude il Segretario Interregionale Antonio D’Alessandro.
Cisl Poste: scelleratezza dell’operazione di svendita attuata dal Governo
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