Continuano le assemblee indette della Cisl Poste in tutta la Regione, così come già fece nel mese di febbraio scorso quando Poste annunciò il piano di chiusura e razionalizzazione di Uffici Postali in tutta Italia, coinvolgendo anche la Regione Molise. “Il piano è stato momentaneamente sospeso – ricorda Antonio D’Alessandro Segretario CISL Poste Abruzzo Molise – proprio grazie all’agitazione dei lavoratori, dei cittadini e dell’associazione dei Comuni, che hanno costretto i vertici di Poste italiane a fare dietrofront, se non prima del confronto con il Governo”.
Nel frattempo la Cisl Poste non abbassa la guardia, anzi continua l’azione, sollecitando la risoluzione di altri problemi, più specifici del territorio, come quello degli organici oramai insufficienti da tempo: “E’ un problema cronico quello della carenza di personale – dice il Segretario Antonio D’Alessandro – tra pensionamenti, mobilità professionale e trasferimenti paghiamo un deficit molto caro.
Le lunghe attese e i reclami della clientela sono all’ordine del giorno, quotidianamente vengono distaccate risorse da alcuni Comuni ad altri. E il peggio deve ancora venire – prosegue il Segretario CISL Antonio D’Alessandro – allorquando arriveranno le ferie estive.
Eppure, Poste Italiane la soluzione l’avrebbe in casa: “Basterebbe trasformare a tempo pieno il personale part-time applicato a tutt’oggi negli uffici per risolvere la questione carenza personale”, osserva la Cisl Poste, sindacato di categoria maggiormente rappresentativo. “Abbiamo circa 90 risorse con contratto part-time che attendono ormai da anni la trasformazione in full-time. E’ una soluzione che sollecitiamo da tempo all’azienda, sia per ridurre il disagio sociale a questi ragazzi, che ovviamente non possono programmare un futuro, sia per la clientela, che finalmente vedrebbe le postazioni presidiate ed operative e non a singhiozzo come succede adesso”.
La Cisl Poste, inoltre, esprime preoccupazione per le nuove strategie aziendali, che premono per coniugare conformità delle procedure (dato essenziale per entrare in borsa entro fine anno) e produttività, di fatto generando un clima di tensione, con un forte innalzamento delle sanzioni disciplinari nei confronti dei lavoratori e una pressione commerciale fuori dai protocolli concordati a livello centrale. “Spesso il cliente giustamente si spazientisce per le lunghe attese, dovute certamente alla carenza di personale, ma anche alle procedure molto rigide e fiscali, che gli operatori devono seguire. Questo ovviamente comporta un prolungamento dei tempi, ma i cittadini devono sapere che in caso di non conformità di dette procedure l’azienda è pronta a sanzionare i dipendenti con provvedimenti disciplinari, che possono sfociare anche al licenziamento. A questo si aggiungono le pressioni commerciali, dove l’operatore deve esser veloce col cliente, conforme nell’operatività e ‘proattivo’ commercialmente. Una situazione insostenibile per la quale il sindacato deve intervenire sia a tutela del lavoratore ma anche del cliente stesso”.
Le assemblee interesseranno due settimane del mese di aprile e porteranno ovviamente ritardi nelle aperture e altri disagi: “Ci scusiamo con la clientela – conclude Antonio D’Alessandro – ma è l’unica strada per farci sentire, anche a loro tutela. Con le assemblee di febbraio, siamo riusciti a far sospendere il piano di chiusura degli uffici, adesso vogliamo che l’azienda dia tutela ai lavoratori e qualità ai cittadini”
Cisl: Poste la soluzione l’avrebbe in casa
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