Dopo le diverse segnalazioni, alle Istituzioni e Amministrazioni Locali, da tutto il Territorio Nazionale, la Segreteria Nazionale della CISL Poste ha avviato dei contatti con ANCI, UNCEM e AGCOM in merito alla decisione di Poste Italiane di chiudere circa 500 piccoli uffici e di razionalizzarne altri 600, in Molise 1 chiusura e 19 razionalizzazioni. È stato fatto il punto in un colloquio tra l’On. Enrico Borghi, Presidente dell’UNCEM, e il Segretario Generale della CISL Poste Mario Petitto. Al termine del colloquio si è convenuto di affrontare la questione nelle competenti commissioni parlamentari anche attraverso l’audizione dei soggetti interessati. Tutte le rappresentanze istituzionali locali (Comuni, Regioni, Comunità Montane) hanno dimostrato grande attenzione al problema e stanno attivando iniziative di loro competenza.
Infatti – precisa il Segretario della CISL Poste Antonio D’Alessandro – l’azioni contenute nel prossimo piano industriale rischiano di avere un impatto negativo nei confronti delle comunità locali. Il riferimento è alla volontà assunta da Poste italiane di ridurre ulteriormente la presenza degli uffici postali sul territorio, concentrando la presenza – dice il sindacalista- nelle zone più redditizie, peccato che tutto Molise, secondo l’AD Caio, non risulta fruttuoso in nessuna parte.
La preoccupazione – precisa Antonio D’Alessandro – è che la politica aziendale non colga l’enorme opportunità che la nostra rete (fisica e infrastrutturale) potrebbe offrire ai cittadini e all’intera economia del Paese. Noi abbiamo già espresso tutta la nostra contrarietà e le nostre perplessità verso un progetto che penalizza fortemente parte del territorio con pesanti ricadute anche occupazionali.
Cisl-Poste: la politica aziendale non coglie l’enorme opportunità della nostra rete
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