“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.
Eccellentissimo Presidente questo recita l’articolo 36 della Nostra Costituzione di cui lei è Garante. Non riusciamo a spiegarci come Poste Italiane S.p.A., una Società quotata in borsa ma ancora con azionista di riferimento il Ministero del Tesoro, quindi lo stesso Stato, possa permettere che ci siano lavoratori in regime di part time per periodi di oltre sei anni, con uno stipendio medio mensile inferiore a 700,00 euro al mese. Come possono assicurare l’esistenza libera e dignitosa per se e la loro famiglia, in linea con quanto previsto dalla stessa costituzione? Dopo tanti anni, tantissimi giovani, ora non più giovani, aspettano la trasformazione dei propri contratti. Da tempo abbiamo sottoposto all’azienda il delicato problema e chiesto la trasformazione del rapporto di lavoro da part time a full time.
La preoccupazione è suffragata dal fatto che con la privatizzazione e quotazione in Borsa l’azienda pensi solo ai profitti, risparmiando sulla forza lavoro e abbandonando al precariato quasi 100 famiglie solo in Molise. Addirittura incentivando economicamente il personale in possesso dei requisiti per andare in quiescenza, a lasciare il servizio, riducendo così il numero degli addetti con conseguenze per l’occupazione.
Inoltre, nel corrente anno incombono esuberi di personale del settore postale e, dopo la decisione del Governo e dell’Azienda di garantire il recapito dei prodotti postali solamente a giorni alterni già a partire dal corrente anno, vi saranno inevitabilmente tanti lavoratori da ricollocare. La questione, sottoposta ai vertici di Poste italiane, che ha avuto risposte fattive. Non sfugge all’opinione pubblica che, soprattutto nei primi giorni del mese, l’attesa allo sportello è notevole e che anche il settore del recapito il servizio, per la carenza di risorse, è in sofferenza. Abbiamo più volte sostenuto che i lavoratori chiedono certezze, tempi e modalità di trasformazione. Invece, l’ultima decisione aziendale di dicembre, è che in Molise non sarà trasformato nessun contratto. Nemmeno una goccia, quindi, nel mare del disagio sociale molisano.
Altro problema è quello dei troppi dipendenti che aspettano trasferimenti da decenni, per il disagio che patiscono le famiglie a causa della distanza tra posto di lavoro e luogo di residenza, in un completo clima di disinteresse da parte aziendale per le sacrosante necessità e per il benessere dei lavoratori che continuano a fare il proprio dovere senza indugio, continuando quotidianamente a creare ricchezza per l’Azienda nell’illusione di un trasferimento che non arriva.
Eccellentissimo Presidente, chiediamo un suo autorevole intervento per questi giovani volenterosi, preparati, che hanno studiato e posseggono talento e capacità tali da permettergli di contribuire validamente alla crescita del nostro Paese, mentre in realtà sopportano difficoltà e disagio con il rischio di veder vanificato il proprio impegno e le proprie aspettative in ambito familiare, lavorativo e sociale, senza riuscire a programmare il proprio futuro con la serenità necessaria.
La preghiamo di sollecitare i vertici di Poste Italiane, per il tramite dell’Azionista di maggioranza, su questioni di fondamentale importanza per il benessere di migliaia di famiglie e per la stessa dignità di cittadini Italiani.
Il Segretario Interregionale SLP-CISL Abruzzo – Molise
Antonio D’Alessandro