Cisl: gli incendi tra le emergenze del paese, non risparmiano il Molise

Oggi è considerata la giornata più calda in quattro province dell’Italia centrale, tra questeCampobasso, caldo in questa estate che è gioia per chi è in villeggiatura, dolore per le tante aziende agricole, proprietà pubbliche e private distrutte da incendi che a parte le cause, sono stati di certo fortemente alimentati proprio dal caldo e dalla siccità di questa stagione.

Encomiabile il ruolo, il lavoro e la perizia dei Vigili del Fuoco, delle donne e degli uomini della Protezione civile, dei carabinieri della Forestale e dei tanti volontari che con il loro impegno hanno in molti casi limitato i danni, in condizioni di estremo pericolo, utilizzando mezzi di ogni genere, da quelli aerei alle semplici autobotti.

Riteniamo necessario sostenere anche la nostra Federazione Nazionale per la Sicurezza nella battaglia di valorizzare economicamente il lavoro dei Vigili del Fuoco il cui operato e la cui professionalità ottengono da sempre l’apprezzamento quotidiano di cittadini e istituzioni.

Così come decisivo è l’impegno di tutte le forze dell’ordine preposte al controllo del territorio, che svolgono con discrezione e competenza attività di monitoraggio, di prevenzione e di sorveglianza. In ogni caso, e a seguito di quanto accade, appare evidente che ognuno dei suddetti servizi risenta di carenze di organici e di dotazioni relativamente ai mezzi e agli strumenti d’intervento, come altrettanto evidente è che tali rilievi vengano generalmente formalizzati ogni volta che ci si trova alle prese con situazioni spesso di grandi difficoltà o addirittura ingovernabili.

Anche in merito all’accaduto calamitoso successo il 24 luglio scorso presso la zona industriale di Termoli, come CISL e FIM del Molise vogliamo esprimere alcune considerazioni.

Prima di tutto meno male e per fortuna non è successo nulla di grave sia alle persone sia alla maggior parte delle infrastrutture industriali delle aziende presenti sul territorio.

Poi non ci stiamo al gioco delle varie responsabilità accreditate a un ente piuttosto che a un altro, per determinate circostanze o interessi di parte, ma certo è che tutto questo non può esimerci nella riflessione di quello che è successo alla flora della zona intorno al nucleo industriale.Parliamo di alberi protetti che ci hanno abituati negli anni alla loro coreografia del paesaggio. Fare un giro oggi da quelle parti ci s’impatta in uno spettacolo spettrale simile a un paesaggio  lunare. Non e uno spettacolo attraente per un territorio che a oggi vuole a tutti costi risollevarsi da un periodo buio causato da una lunga crisi economica e puntare a uno sviluppo turistico quale secondo volano di crescita dopo l’industria.

A differenza di alcuni non vogliamo fare i populisti ma responsabilmente da sempre abbiamo inteso che la prevenzione è una delle soluzioni che può limitare tali disastri evitando di affidarci alla fortuna che in quel momento può venire in soccorso.

Sulle responsabilità, ove ci sono vanno individuate e sanzionate, ricordando a chiunque sia responsabile che il patrimonio, la salute e la sicurezza sono di tutti e non di pochi.

Sappia chiunque si rende responsabile che il dramma vive per i tempi lunghi di ripristino dei boschi distrutti, di tante colture intensive colpite dalle fiamme devastatrici che annichiliscono flora e fauna, così come le Aziende coinvolte quanto le attese di lavoro dei loro dipendenti, col rischio di consegnare alle attuali giovanissime generazioni più cenere che terra feconda, frutti, ecosistemi vivibili.

Alle Istituzioni chiediamo di affrontare insieme anche questo tema per dare il nostro contributo per individuare soluzioni adeguate e misure specifiche, attraverso il PSR e altri fondi, per un ripristino efficace di tutte le zone colpite da incendi nella nostra regione con bellezze, patrimonio di tutti.                                                     

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