Il referendum sulle trivellazioni del 17 Aprile ha generato confusione e l’occasione per strumentalizzare un tema delicato e strategico per l’economia della nostra Regione e del nostro Paese: il rapporto tra le attività estrattive e la loro sostenibilità ambientale. “Il referendum nasce sbagliato nel suo contenuto: non possiamo scegliere tra lavoratori occupati, futuri disoccupati e la salute”, – affermano i due Segretari della CISL e della Femca CISL.
Il quesito ammesso al referendum chiede di esprimersi per cancellare la norma che consente alle società che hanno già la concessione rilasciata nel rispetto dei requisiti tecnici e delle disposizioni di legge sulla tutela dell’ambiente, di poter protrarre l’estrazione degli idrocarburi al di là del termine temporale della concessione.
“Un eventuale esito positivo del referendum non farebbe cessare alcuna attività estrattiva, la renderebbe oggi solo meno conveniente per le imprese e per i territori e domani metterebbe a rischio investimenti e occupazione nel settore”, – denunciano Spina e Primante.
“Un tema così importante e delicato va affrontato con serietà e impegno e non a colpi di referendum, soprattutto se usato per sostenere una campagna contro qualsiasi attività energetica e industriale, a prescindere dalle compatibilità ambientali che si possono realizzare e dai progetti di sviluppo e lavoro che queste attività producono per i nostri territori e per il Paese. Sicuramente fra la popolazione che sostiene i referendum, ci sono molte persone che, in buona fede, vogliono cogliere l’occasione per manifestare la propria sensibilità ambientale e la loro contrarietà ad attività inquinanti per i loro territori”, continuano i due Segretari nell’esprime la posizione della CISL sul referendum.
“Il Governo e il Parlamento devono, entro il 2050, concretizzare gli obiettivi assunti in sede Europea: la drastica riduzione della dipendenza energetica dagli idrocarburi, rendere compatibili le produzioni industriali con le esigenze di sostenibilità ambientale e la valorizzazione turistica del patrimonio paesaggistico e culturale dei nostri territori, – spiegano Maurizio Spina e Donatino Primante. Sono obiettivi ambiziosi che possono essere raggiunti solo se la fase transitoria che ci porterà verso l’energia rinnovabile sarà gestita con serietà e responsabilità”.
I due Segretari della CISL, inoltre, ricordano che oltre l’80% degli impianti interessati dal quesito referendario estraggono del gas naturale, considerato, anche nei vertici mondiali sulla tutela ambientale, come vettore energetico ideale nella transizione verso le rinnovabili
“C’è bisogno di un piano vero che ponga al centro la qualità della salute dei cittadini e dei lavoratori e che punti sullo sviluppo sostenibile e la produttività del Paese e dell’Abruzzo.
Come CISL e come FEMCA spingeremo il Governo, il Parlamento e la Regione ad assumersi le loro responsabilità e a mettere in campo investimenti e progetti sullo sviluppo delle tecnologie rinnovabili ed adottare comportamenti coerenti nella transizione e nella realizzazione concreta degli obiettivi di sostenibilità ambientale, delle nostre attività energetiche ed industriali”, hanno concluso Spina e Primante.
Il Segretario Generale FEMCA Donatino PRIMANTE
Il Segretario Generale CISL Abruzzo Maurizio SPINA