Non mi sorprende affatto la strategia mediatica messa in campo dal prescritto consigliere Angelo Michele Iorio, al centro di una nuova inchiesta giudiziaria (come preventivamente ha ammesso egli stesso a novembre e come confermato successivamente, con una interrogazione, dal senatore Di Giacomo). Non mi sorprende che in queste ore di reviviscenza politica, di “autoriabilitazione” indotta da prescrizione fulminante, il consigliere Iorio abbia dato nuovamente prova della sua migliore performance, riuscita almeno fino allo scorso anno.
Distrarre l’attenzione, in modo da trovare un nuovo e appetitoso boccone per l’opinione pubblica. Così meglio evitare di chiarire il perché di nuove inchieste e quali delibere di Giunta regionale, da egli stesso firmate nel 2008, recherebbero vizi perseguibili penalmente. Meglio parlare d’altro. E cosa c’è di più succulento che autoproclamarsi difensore dei molisani tutti illustrando, dall’alto di una cattedra autoconferita, le vertenze con le quali si fanno i conti tutti i giorni? Il boccone, avvelenato, è servito. Strategia che, purtroppo per il consigliere Iorio, non funziona con me, anzi mi fa sorridere per la decadenza politica che disvela. Sentire il consigliere Iorio parlare di soluzioni possibili alle crisi e alle vertenze di cui egli stesso è stato unico e principale artefice è un paradosso che fa sorridere.
Come se la bacchetta magica del consigliere Iorio, i molisani, quelli fuori dal “cerchio”, non la conoscessero fin troppo bene….
In questa “strategia di distrazione di massa” il consigliere Iorio ha pensato bene di spiegare ai molisani come risolvere anche la vertenza che riguarda l’Agenzia di Protezione Civile. Dimostrando di non aver compreso bene le motivazioni per le quali l’elettorato lo ha spedito fra i banchi dell’opposizione esattamente un anno fa, il consigliere Iorio propone come sempre di giocare al gioco delle tre carte.
Prendo lì, sposto là e i soldi compaiono qui. Lo stesso giochetto che ha messo in crisi aziende, lavoratori e fornitori. Lo stesso giochetto che impedisce di approvare il Bilancio 2012 dell’Agenzia Regionale di Protezione Civile, dove il consigliere Iorio non ha provveduto a nominare (nonostante quanto scritto nella “sua” legge) il Collegio dei revisori dei Conti.
Alcuni dati che sconfessano, con la forza dei numeri, le parole in libertà del consigliere Iorio: la ricostruzione, nel corso della gestione affidata al commissario straordinario e in seguito all’Arpc, nel cratere sismico era ferma al 38,% e nei comuni extra cratere al 29%. Sono 876 le persone che vivono ancora nei villaggi provvisori, 842 quelle in autonoma sistemazione. La struttura che l’attuale consigliere Iorio ha gestito direttamente – tra emergenza e criticità – è costata oltre 60 milioni di euro. Il costo sostenuto in un anno per il personale tecnico dell’Arpc si aggira sui 5 milioni. Ne restano altrettanti per “arrivare” al 2018.
A noi, il giochetto suggerito dal consigliere Iorio non piace. Noi non facciamo alchimie, non creiamo illusioni, siamo sinceri con la consapevolezza che esserlo non sempre paga, lavoriamo duro per mettere le pezze ai buchi creati dal decennio di “finanza creativa”, di giochi di prestigio, di soldi pubblici buttati al vento. Il luogo per chiarire vicende e responsabilità non è però la piazza mediatica. Sarà un piacere per me porre alcune domande al consigliere Iorio, non appena farà ritorno in Consiglio regionale a fronte della prescrizione del reato di abuso d’ufficio per il quale era stato condannato qualche anno fa.
Sarà un piacere ascoltare direttamente dall’artefice del “modello Molise” le soluzioni più consone da porre in essere visto che, non appena si parla del recente passato, si assiste al penoso “fuggi fuggi” da ogni responsabilità di molti ex sodali.
In aula la strategia della “distrazione di massa” non funzionerà.