Anno nuovo e solite, vecchie polemiche: è iniziato così anche il 2015, almeno a leggere i resoconti di stampa circa il contratto – scaduto e non rinnovabile a causa della eccessiva onerosità – stipulato nel dicembre del 2011 con la “Digis srl”. Mi corre l’obbligo, quindi, di rafforzare quanto già dichiarato dal presidente della Giunta regionale, al fine di contribuire a fare un po’ di chiarezza attraverso una serie di dati utili a comprendere la vicenda. Erano i giorni del Natale 2011 e la Regione Molise, subito dopo le elezioni regionali e qualche mese prima dell’istituzione dell’Agenzia regionale di Protezione Civile, affidò il servizio di gestione della sala operativa alla società “Digis srl” per circa 700mila euro l’anno. Come è evidente, si tratta di una cifra importante, rispetto alla quale, nel frattempo, si sono evidenziate anche altre “peculiarità”: non è un caso che, a seguito di una mia informativa, anche il contratto stipulato con la “Digis srl” il 22 dicembre 2011 sia finito (assieme ad altri documenti contabili per circa 2 milioni di euro) all’attenzione della Corte dei Conti a causa di 14 fatture da circa 60mila euro l’una che risultavano inevase per un credito totale di circa 881mila euro. Fatture datate, che risultavano (insieme a tante altre) non liquidabili perché, a fronte del contratto stipulato con la Regione Molise ai tempi dell’allegra gestione delle emergenze del commissario straordinario Michele Iorio, non erano previste in alcuno stanziamento finanziario presente in Bilancio. Lungi da noi l’idea – del tutto errata – che traspare dai resoconti circa la vertenza che riguarda i lavoratori che prestavano la propria professionalità attraverso la “Digis srl” e ai quali è scaduto il contratto. La precarizzazione è stata la “parola d’ordine” di chi ci ha preceduto: utilizzata a mani basse e in tutti i settori, è diventata strumento di potere ed oggi evidenzia quella logica miope, tesa solo alla creazione di clientele e supporters. La stabilizzazione delle unità professionali necessarie è invece l’obiettivo di questa maggioranza di Governo che si trova, ancora una volta, a tappare i buchi della “personale “ gestione delle emergenze che ha cadenzato l’ultimo decennio della nostra storia.
Riportare un servizio così essenziale all’interno della gestione diretta risulta indispensabile, visti i costi francamente esagerati sino ad ora corrisposti. Nell’ottica di una necessaria revisione della spesa, di una indispensabile efficienza del servizio, di un risparmio che dobbiamo e vogliamo perseguire, nelle prossime settimane intendiamo discutere della proposta di legge – già redatta – che distinguerà la ricostruzione post sisma dai servizi di Protezione Civile che ritorneranno – come del resto in tutte le regioni d’Italia – in capo al Presidente della Giunta. All’interno di questo percorso si implementeranno i servizi che saranno in capo al personale efficiente e già formato. Passaggio questo che consentirà un reale risparmio che non avrà effetti sull’operatività e sui servizi. La Protezione Civile, è appena il caso di ricordare, interviene in caso di calamità e di pericoli per l’incolumità, agisce di concerto con la Prefettura e le forze dell’ordine, collabora alla gestione delle emergenze. Quelle vere e dolorose di cui noi tutti abbiamo memoria, purtroppo.
Ciocca: Anno nuovo e solite vecchie polemiche sulla Agenzia di Protezione Civile
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