Riceviamo e pubblichiamo
Un bando da decine di milioni di euro non può e non deve lasciare spazio a dubbi. Invece è quanto sta accadendo con l’avviso Asrem che deve assegnare la gestione delle forniture energetiche e la manutenzione di tutti i poliambulatori e gli ospedali molisani. Da settimane i nostri portavoce in Consiglio regionale, Patrizia Manzo e Antonio Federico, stanno seguendo tutte le procedure relative all’avviso e gli interrogativi aperti sono ancora tanti.
La gara è gestita dalla Centrale Unica di Committenza e il criterio per sceglierne il vincitore è quello della offerta economica più vantaggiosa. Stiamo parlando di un bando da oltre 67 milioni di euro: uno dei bandi dal valore più alto degli ultimi decenni in Molise. L’intento dell’avviso è abbastanza nobile: favorire il risparmio energetico, l’uso efficiente delle risorse energetiche, la valorizzazione e l’integrazione delle fonti rinnovabili, per limitare le emissioni inquinanti. Lo scopo sarebbe realizzato individuando un unico gestore che realizzi tutte le attività utili ad erogare beni e servizi previsti. In pratica, da un lato il privato gestirebbe l’impianto ospedaliero di produzione energetica, come nel caso dell’ospedale Cardarelli di Campobasso, dove è presente un termovalorizzatore utilizzato per lo smaltimento dei rifiuti sanitari. Dall’altro lato lo stesso privato realizzerebbe gli interventi di adeguamento, riqualificazione e realizzazione di nuovi impianti energetici.
Ripetiamo e specifichiamo: l’importo complessivo posto a base di gara, stimato per l’intera durata del contratto settennale, è pari a 67.620.000 euro, cifra che per la nostra regione conferisce al bando una rilevanza particolare. Per questo il MoVimento 5 Stelle Molise sta monitorando l’avviso da diverse settimane. Studiando le ‘Condizioni di Partecipazione’ contenute nell’avviso, i dubbi cominciano già solo guardando la tempistica.
Il bando è di inizio dicembre. La presentazione delle domande doveva arrivare entro il 14 febbraio, ma il 4 febbraio scadeva il termine per fare i sopralluoghi previsti nel disciplinare di gara e obbligatori per i partecipanti alla procedura, a pena di esclusione. In pratica, in poco più di un mese le aziende interessate di tutta Europa avrebbero dovuto prendere visione degli impianti e dei luoghi oggetto dell’appalto e reperire i dati utili per formulare la propria offerta. Il tutto, previo accordo con la stazione appaltante che, compatibilmente con le proprie esigenze logistiche, avrebbe comunicato ad ogni azienda la data effettiva per l’esecuzione dei sopralluoghi. Insomma: poco tempo per fare troppe cose, soprattutto alla luce del fatto che sono sedici i siti oggetto di affidamento, con impianti annessi. Insomma, la procedura rischiava di limitare il principio di libera concorrenza.
E infatti, dopo le richieste degli stessi operatori economici, il bando è stato prorogato al 12 marzo. I dubbi, però, restano. Ad esempio quelli sulle certificazioni degli impianti che gli aggiudicatari andranno a gestire.
Patrizia Manzo e Antonio Federico vogliono capire se anche le aziende di fuori regione o quelle estere (visto che la procedura è ad evidenza europea), sono state davvero messe in grado di partecipare a parità di condizioni. Anche perché non è ancora chiaro neanche come l’Asrem stia programmando l’agenda di questi sopralluoghi.
In definitiva: il bando garantisce ad ogni azienda, qualunque sia la sua provenienza geografica, parità di condizioni per partecipare all’appalto? Ma c’è un altro aspetto che nelle ultime settimane sta preoccupando i lavoratori attualmente impiegati nella manutenzione delle strutture edili e degli impianti tecnologici dell’azienda sanitaria regionale. Stiamo parlando della clausola di salvaguardia prevista dal capitolato di gara, in pratica un formale impegno ad utilizzare prima di tutto i lavoratori impegnati ad oggi nei rispettivi appalti in scadenza.
Mentre i nostri portavoce hanno incontrato i lavoratori, il governatore Paolo Frattura ha dichiarato in conferenza stampa di aver prorogato la scadenza del bando di un mese proprio per risolvere questi nodi e per “chiarire questa clausola di tutela dei lavoratori che è stata ritenuta essere un po’ leggera”. Tuttavia, ad oggi, non risulta esistere nessun tavolo di concertazioni per tutelare le posizioni dei lavoratori coinvolti. Non vorremmo fosse solo un annuncio elettorale.