La chiusura della Prefettura di Isernia “rischia di essere eccessivamente penalizzante per quei centri che già vivono una condizione di estrema fragilità del tessuto sociale e produttivo”. Inopportuno, quindi, “rimuovere un importante presidio istituzionale in un periodo in cui la presenza dello Stato è ritenuta fortemente necessaria da parte dei cittadini”. È quanto si legge nella lettera indirizzata al Ministro dell’Interno Angelino Alfano da Aldo Patriciello, europarlamentare molisano e membro della commissione ITRE (Industria, Ricerca e Energia) al Parlamento Europeo. Un intervento, quello dell’eurodeputato forzista, a seguito della diffusione dello schema di Dpr predisposto dal Governo in cui si preannuncia il taglio di 23 Prefetture tra cui, appunto, quella di Isernia. “L’attuale emergenza legata all’enorme afflusso di migranti nelle nostre Regioni – scrive Patriciello –, unitamente al sempre più diffuso bisogno di sicurezza, rende quanto mai fondamentale il ruolo di coordinamento e gestione di tali problematiche portato avanti dalle Prefetture”. L’europarlamentare molisano si dice d’accordo con l’esigenza “di procedere ad un’accorta e più efficiente razionalizzazione dell’amministrazione statale” ma, sottolinea, senza “trascurare le differenze sociali ed economiche che contraddistinguono i diversi centri urbani interessati”. E fa l’esempio della città di Isernia, dove “il settore terziario – ivi compresa l’attività amministrativa degli organi dello Stato – costituisce da sempre una parte rilevantissima dell’economia locale, la cui situazione si è purtroppo ulteriormente aggravata a seguito della crisi e delle conseguenti chiusure di numerose realtà produttive del Nucleo industriale di Pozzilli-Venafro e di storiche aziende quali l’ITR e Di Risio che, direttamente e attraverso il proprio indotto, costituivano nel recente passato la principale fonte di sostentamento per migliaia di nuclei familiari.
Quanto al tema della sicurezza, Patriciello mette in guardia sui pericoli per il territorio urbano che, privo di “una forte presenza statale sul territorio, rischierebbe di diventare meta di rifugio per latitanti e zona privilegiata per possibili infiltrazioni malavitose”. Dubbi anche sui parametri alla base della decisione di chiudere la Prefettura d’Isernia. “Resta da valutare – scrive infatti l’eurodeputato molisano – il criterio in base al quale da un lato si è ritenuto di lasciare la Regione Molise con una sola Prefettura e, dall’altro, si è consentito a Regioni come Umbria e Basilicata di mantenere entrambi i presidi istituzionali. Una costatazione – conclude Patriciello – che fotografa una condizione di palese ingiustizia dove, più che giudizi fondati su valutazioni economiche e funzionali, sembra aver avuto la meglio il differente peso politico delle diverse entità territoriali”.