Chiusura dello Zuccherificio: “il tempo è fuggito velocemente che l’animo non è riuscito ad invecchiare” ( Deserto dei Tartari)

Prendiamo spunto dalla cronaca riportata sulla stampa locale all’indomani della chiusura dello Zuccherificio, del mancato pagamento alle maestranze dell’ex ITR di 500 euro, come promesso dal premier Renzi, e di tante altre “distonie” che hanno desertificato materialmente e soprattutto moralmente il Molise per fare alcune considerazioni scritte. Esternazioni, con la speranza di non disturbare le alti menti che decidono sui nostri destini, citando il “Deserto dei Tartari”. Romanzo dello scrittore Dino Buzzati, da cui è stato tratto un film magistralmente interpretato da Jaques Periin, Jean-Louis Trintignant, Vittorio Gassman e Max Von Sidows, tanto per citare alcuni nomi eccellenti che compaiono nella pellicola, in cui il giovane tenente Drogo appartenente ad una famiglia nobile russa per fare esperienza militare viene inviato agli avamposti dell’impero dello zar in attesa di un possibile attacco dei Tartari, che sul finire del film, arrivano per invadere la Russia, mentre il giovane tenente malato e disilluso si lascia alle spalle le aspettative ma soprattutto lo sfacelo di una sistema legato a stereotipisti inutili e incomprensibili che, però sono la consuetudine per l’epoca. Una situazione che potremmo paragonare a quanto accade nel Molise, sottospecie di fortezza Bastiani in cui molti sono quelli che attendono qualche cosa che non arriverà mai e se è arrivata è svanita nel nulla. Una realtà che non offre né prospettive e tanto meno attese. Una realtà che sconcerta sotto tutti i punti di vista specialmente chi ci rimette di tasca propria e dopo anni di attese assiste a “elargizioni” in favore di chi falsamente dice di fare il bene della Regione. Prebende e favoritismi, si legga come si vuole, che derivano da un “sistema anomalo” che declassa ancora di più la ventesima regione dello stivale. Una realtà in cui più passano i giorni più s’inaridisce a causa dell’attuazione di una politica improntata esclusivamente alla coltivazione del “orto” che serve unicamente all’arricchimento di pochi anzi pochissimi che appartengono al cosiddetto “circolo Pickwick locale”. Una realtà dove la crescita è apparente anche se molti dicono inesistente. Ecco perché le considerazioni della gente comune che si rivolge direttamente ai vertici del Palazzo che infastidita bacchetta senza alcun titolo le contestazioni deve far riflettere … nel Molise non c’è nulla se non l’ignavia… Perché ingoiate le polemiche, gli scandali, le critiche che arrivano dalla società civile e dall’opinione pubblica? Perché non rispondete e soprattutto non dite faremo questo in questo tempo”? È incredibile, non è cambiato nulla. Siamo nella prospettiva peggiore… Domande che calzano appieno con i contenuti del libro di Buzzati con una sola differenza che i Tartari difficilmente si faranno vedere all’orizzonte perché il Molise non offre alcun orizzonte da scrutare.  Massimo Dalla Torre

foto Valerio Zurlini, Il deserto dei Tartari (1976)

Commenti Facebook