“Dal 15 maggio è stato chiuso il centro Cepam-Cad della Provincia di Isernia, sembra per mancanza di fondi, togliendo un punto di riferimento importante per le donne e i minori in difficoltà e vittime della violenza di genere. Perché nessuno si muove per impedirlo?”. A parlare i consiglieri regionali di centrodestra Angiolina Fusco Perrella e Giuseppe Sabusco che hanno presentato in merito un ordine del giorno.
“Perché l’Esecutivo regionale, di concerto con la Provincia, non intraprende nessuna azione in merito e non pone in essere iniziative per mantenere operativo il centro Cepam – Cad? Parliamo di un centro di accoglienza che nel corso del tempo ha rappresentato un fiore all’occhiello per il nostro territorio, un punto di forza che, nonostante le notevoli difficoltà, ha sempre garantito l’erogazione dei servizi, con il personale esiguo che spesso si è sottoposto a turnazioni estenuanti per garantire l’operatività del centro di accoglienza.
Si può decidere di interrompere in questa maniera le azioni a favore di queste categorie?
Al di là della ridistribuzione delle competenze assegnate a Regione e Province dalla Legge Delrio riguardo il settore delle politiche sociali, perché questo Governo regionale, conscio delle difficoltà a rifinanziare il centro, non ha previsto un concreto aiuto al fine di assicurare un servizio fondamentale e che solo in questo ambito può essere garantito?
Ricordiamo che parliamo di due servizi nati nel 1999 grazie ad un progetto finanziato con i fondi della Legge 28 agosto 1997, n. 285, “Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza”, successivamente accorpati, e che si occupano di aiutare le donne in difficoltà e vittime delle violenze di ogni tipo a prendere coscienza dei loro diritti e a sviluppare un progetto di vita autonomo, idoneo a migliorare la qualità della propria vita e dei loro figli e di tutelare e garantire i diritti dei bambini e degli adolescenti, di sostenere la capacità educativa dei genitori e la gestione di situazioni conflittuali all’interno del nucleo familiare.
Nel corso degli anni la progressiva riduzione dei finanziamenti pubblici ha comparto la riduzione del personale impegnato nel centro, costituito ora da cinque collaboratori (una sociologa, una psicologa e tre operatori sociali) che lo scorso 27 aprile 2015 hanno ricevuto la lettera di cessazione del rapporti di collaborazione con l’ente, senza una precisa motivazione; lavoratori anch’essi che vanno giustamente tutelati”.
Per tutte queste ragioni, con questo ordine del giorno, sollecitiamo il Presidente Frattura a trovare soluzioni idonee ad assicurare la prosecuzione delle attività svolte negli ultimi 15 anni dal centro Cepam – Cad e ad intensificare le attività da realizzare sul territorio a tutela delle vittime di violenza, dando altresì piena attuazione alla Legge Regionale del 10 ottobre 2013, n. 15 “Misure in materia di prevenzione e contrasto alla violenza di genere”.