Sul tema della costituzione dell’EGAM (ente di governo dell’ambito del Molise) per la gestione dell’acqua, la CGIL del Molise esprime perplessità e nutre forti dubbi . Come denunciato da tanti amministratori e dal forum per l’acqua pubblica Molise, tutto questo potrebbe essere l’anticamera della privatizzazione del servizio idrico integrato in Molise. In particolare, senza voler entrare nel dibattito politico in corso sull’opportunità o meno di dare ad unico soggetto la gestione del servizio idrico oggi in capo ai Comuni, riteniamo indispensabile puntualizzare e ribadire alcuni punti fondamentali per continuare a definire l’acqua un bene pubblico. In particolare, ciò che viene contemplato all’interno del disciplinare di organizzazione del costituendo ente EGAM sul tema dei costi di gestione, non è ammissibile . Non possono essere scaricati sulle tariffe di consumo anche le spese di funzionamento dell’EGAM stesso che si decide di costituire nonostante esistono altre strutture che già oggi svolgono compiti analoghi in ambito idrico regionale. La CGIL è fortemente preoccupata per una possibile privatizzazione del servizio idrico regionale. Non basta dichiarare che l’acqua è un bene pubblico, va precisato e scritto anche che la gestione del medesimo bene pubblico sia in capo ad una struttura interamente pubblica , sia che si scelga un modello con un unico ente gestore regionale, sia che si mantenga la gestione in capo ai Sindaci. Ancora oggi è troppo elevato il differenziale tra l’acqua che si consuma e quella che viene erogata, esiste un evidente problema di inefficienza delle reti idriche, servono quindi investimenti pubblici per migliorare e ammodernare il sistema idrico.
Tali investimenti non devono gravare sul costo dell’acqua, vanno reperite risorse nell’ambito dei finanziamenti europei , nazionali, regionali e comunali a valere sulle infrastrutture, serve quindi una programmazione ed un impegno delle istituzioni .E’ troppo facile scaricare sui cittadini le inefficienze e la mancanza di progettualità altrui. Se non ponderato correttamente, l’altro rischio risiede nell’aumentare il costo per metro cubo di acqua. Il livellamento delle tariffe non può avvenire semplicemente nella logica del recupero integrale di tutti i costi anche quelli impropri . Per sua natura, l’acqua è un bene essenziale per LA VITA degli esseri viventi, va evitata l’idea che essa possa diventare una merce comune assoggettata alla logica del profitto. Il suo costo dovrebbe essere puramente un contributo che i cittadini erogano per salvaguardare e migliorare la qualità stessa delle fonti idriche. Ricordiamo infine, che con i referendum del 12 e 13 giugno 2011 da noi fortemente sostenuti, furono abrogate alcune norme emanate dal Governo Berlusconi in materia di privatizzazione e profitti sull’acqua pubblica. In maniera chiara ed inequivocabile si sancì la non possibilità di privatizzazione dell’acqua, così come la non possibilità di ottenere dalla stessa profitti, utili, dividendi o remunerazione dei capitali investiti. Questi principi vanno salvaguardati, così come sarà bene ascoltare con attenzione le tante perplessità che molti sindaci stanno evidenziando , la CGIL Molise vigilerà attentamente poiché siamo convinti che si possa e si debba difendere sempre il diritto di tutti a godere di un bene primario pubblico senza se e senza ma.