Presentato lo schema del decreto ministeriale che dovrà normare e definire le modalità di accesso e durata degli ammortizzatori in deroga. Il decreto, se verrà licenziato senza modifiche, porterà all’esclusione del diritto di moltissimi lavoratori. Il decreto, infatti, pone, a differenza di quanto previsto dalla norma sugli ammortizzatori ordinari (3 mesi di anzianità lavorativa), come requisito di accesso alla CIGD un’anzianità di 12 mesi. Alla CIGD potranno accedere solo imprese di cui all’art. 2082 del c.c. che significa escludere dall’ammortizzatore molte tipologie di aziende quali, ad esempio, studi professionali, mense, pulizie e tutte quelle imprese che non rientrano nella norma originaria. Vengono esclusi, inoltre, i lavoratori apprendisti, i somministrati, i lavoratori a domicilio ecc..
Saranno escluse, salvo casi di eccezionalità, tutte le imprese sopra i 15 dipendenti e i tempi di fruizione verranno ridotti in maniera significativa,viene esclusa la possibilità di accesso alla CIGD a tutte le imprese in fallimento disconoscendo ai lavoratori di rimanere legati alle aziende anche durante i periodi di vendita o di riconversione della stessa. Significa che viene snaturata, in questo modo, la filosofia che era alla base dell’ammortizzatore in deroga cioè l’estensione del diritto per includere nella tutela i lavoratori che ne erano esclusi. La determinazione del diritto, inoltre, sarà affidata all’INPS e il ruolo della regione e delle Parti sociali sarà praticamente inesistente. La CGIL Molise lancia l’allarme su questi temi poiché l’ammortizzatore in deroga ha avuto un ruolo determinate nella gestione della crisi evitando il licenziamento di migliaia di lavoratori e garantendo , se pur minimo, un reddito alle famiglie. Il Governo assume a sé la responsabilità di licenziamenti di massa e mette in discussione la democrazia rappresentativa negando il ruolo delle parti sociali. Si inibisce, inoltre, con la cancellazione del ruolo della regione, la possibilità di integrazione tra politiche attive e passive che rappresenta una delle poche possibilità di inclusione sociale. Il testo verrà licenziato probabilmente a fine anno. In questi giorni si terranno a livello ministeriale incontri con Regioni e Parti sociali. La CGIL, che sarà impegnata nella discussione con il Ministro a modificare il testo del decreto, lancia un appello alla Regione Molise affinché, insieme alle altre regioni, agisca per incidere positivamente sul cambiamento della norma perché la tutela e l’inclusione dei lavoratori licenziati a causa di una crisi che dura da troppo tempo possa essere riaffermata come diritto e come principio di dignità delle persone.