Ci sono volute alcune settimane di appostamenti e controlli affinché i Carabinieri del Nas, coadiuvati dal Capitano Antonio Forciniti, potessero ottenere l’ordinanza di chiusura del centro massaggi nei pressi della stazione ferroviaria di Termoli. L’esercizio, aperto da pochi mesi, era uno dei più fiorenti del settore nella cittadina adriatica, nonostante la crisi. Prezzi modici e disponibilità rappresentavano la carta vincente del salone gestito da tre donne orientali. Le indagini sono scattate dopo i sospetti del Nucleo Anti Sofisticazione che hanno rilevato alcune violazioni amministrative. Sembra che il personale, per la maggior parte donne di origine cinese, non avesse i requisiti adatti per svolgere la professione di estetista e massaggiatrice. I Nas hanno anche riscontrato palesi infrazioni in materia di sicurezza, rilevando la pericolosità della struttura che ospitava l’attività.
In città, però, si fa strada anche un’altra teoria che avvalorerebbe il motivo delle indagini. Pare che l’attività di estetista e massaggi fosse solo una copertura per celare la vera natura del centro: prostituzione. Secondo alcuni, infatti, oltre ai normali servizi offerti che risultavano nel listino prezzi, era possibile usufruire di alcune prestazioni ‘extra’ particolari che venivano pagate con un sovraprezzo al termine della seduta. Tutte ipotesi non confermate dai militari.
Nell’ambito dell’operazione è stata predisposta la cessazione delle attività per esercizio abusivo della professione.
V.C.