L’atteggiamento preoccupante è immaginare, qualora la Regione Molise non dovesse permettere de facto di prorogare i contratti dei CPI, la cancellazione in un solo colpo di spugna di oltre dieci anni di servizi, attività e programmazioni per cui sono stati investiti consistenti fondi europei.
Tutto ciò è inaccettabile, anacronistico e contrario allo spirito del governo nazionale e dell’Unione Europea che, al contrario, puntano tutto sulle politiche attive del lavoro per contrastare la disoccupazione, soprattutto giovanile. La Youth Guarantee, ad esempio, prevede espressamente l’affiancamento di politiche attive alle politiche passive.
Ma non solo: dovrebbe far riflettere il fatto che nell’ultima Legge di Stabilità (L. 147/2013) è previsto al comma 219, lett. d), art. 1 la possibilità per le Regioni, al fine di consentire il regolare funzionamento dei servizi per l’impiego, di richiedere direttamente al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali l’anticipazione sui contributi da programmare a carico del bilancio dell’Unione Europea, nei limiti di 30 milioni di euro a valere sul Fondo di rotazione per la formazione professionale e per l’accesso al Fondo Sociale Europeo.