Fare chiarezza sulle eventuali ricadute ambientali e sanitarie provocate dalle emissioni prodotte dal cementificio Colacem di Sesto Campano (Isernia) e dal cementificio Italcementi di Guardiaregia (Campobasso), questa la finalità degli esposti-denuncia presentati nei giorni scorsi presso le Procure della Repubblica dei tribunali di Isernia e di Campobasso dall’eurodeputato del M5S Piernicola Pedicini.
L’europarlamentare ha chiesto alle due Procure molisane di verificare il rispetto da parte dei due cementifici suddetti della direttiva europea 2010/75/Ue sulle emissioni industriali e se le ceneri di Css (“combustibili solidi secondari”, mix di rifiuti non pericolosi bruciati nell’impianto) utilizzate nel ciclo produttivo del cemento siano o meno dannose per l’ambiente, per la salute pubblica dei cittadini e dei lavoratori e possano palesare rischi di perdita di resistenza meccanica dello stesso cemento prodotto (rischi del tutto assimilabili sono già oggetto di accertamenti e approfondimenti da parte della magistratura per altri impianti operanti in Italia).
Inoltre, tra le tante informazioni tecniche e normative elencate nell’esposto, Pedicini ha posto il problema del rischio occupazionale, a causa principalmente dell’esposizione dei lavoratori a cromo e cadmio attraverso inalazione e assorbimento transdermico e hanno evidenziato la violazione dei diritti dei consumatori, che al momento dell’acquisto non possono distinguere, una confezione di cemento con elementi tossici derivanti da processi di combustione di Css da una confezione di cemento prodotta “tradizionalmente”, senza ricorso ad elementi tossici derivanti da processi di Css e rispettosa del regolamento Ue sulla protezione della salute dell’uomo e dell’ambiente dai rischi delle sostanze chimiche.
Ove gli esposti-denuncia dovessero trovare oggettivi e comprovati riscontri, l’eurodeputato del M5S ha chiesto alle Procure di esercitare l’azione penale chiedendo di punire i responsabili come per legge, disponendo, qualora ritenga sussistenti i presupposti in via cautelare, il sequestro dei cementifici.
“Siamo profondamente preoccupati per gli effetti negativi sull’ambiente e sulla salute umana del coincenerimento nei forni di cemento – ha dichiarato Pedicini -. Per questo abbiamo presentato le denunce alle due Procure molisane e abbiamo portato la problematica all’attenzione della Ue e dell’opinione pubblica. In particolare, ci siamo attivati dopo che l’Italia ha approvato una legge che consente la combustione dei rifiuti urbani come combustibili solidi secondari. Grazie a questa legge, molti cementifici, come il Colacem di Sesto Campano (Isernia) e l’Italcementi di Guardiaregia (Campobasso) ora trovano redditizio bruciare i rifiuti”.
“La questione – ha aggiunto – è stata anche posta all’attenzione della Commissione Ue con varie interrogazioni che ho presentato insieme ad altri colleghi del M5S Europa. Alla Commissione abbiamo chiesto di colmare i vuoti normativi intervenendo per proteggere i cittadini da una pratica che aumenta le emissioni di inquinanti pericolosi e mette in pericolo la salute pubblica. Inoltre, abbiamo chiesto che intervenga per far sì che i combustibili derivati dai rifiuti (Cdr) vengano coperti dalla Regolamentazione europea relativa alla registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione dei prodotti chimici”.