C’è chi lavora a tempo pieno ma è povero

Le lavoratrici e i lavoratori che guadagnano 1.400 euro netti al mese non riescono a vivere.

C’è chi lavora a tempo pieno ed è povero: non riesce ad arrivare a fine mese, il costo della vita è altissimo, a partire dagli affitti, c’è chi non ha possibilità di curarsi e chi non riesce a mandare i figli a scuola.

I salari, causa i non rinnovi contrattuali e il mancato adeguamento, non sono commisurati all’inflazione (dal 2021 +17%).

Chi fa le pulizie o lavora nelle mense scolastiche (spesso sono lavoratrici donne) non ha stipendi neanche lontanamente paragonabili a quelli del pubblico impiego.

Ci sono tantissimi problemi irrisolti, non da oggi, con Governi che non hanno mai preso in considerazione alcuni fatti molto importanti.

Intanto se l’Europa decide di rimanere nel Patto di stabilità e dice che dobbiamo portare il deficit sotto al 3% del Pil, come verrà costruita la finanziaria del 2025 e come questo Governo potrà far fronte ad un’esposizione debitoria molto alta e allo stesso tempo garantire i diritti sociali alla popolazione?.

Se il reddito medio è 28mila euro (imponibile, pro capite) togliendo il 23% di tasse si arriva a 21 mila euro, togliendo le addizionali regionali, si arriva a circa 20 mila euro netti, divisi per 14 mensilità vuol dire un reddito netto di 1.428,57 euro, oggi questo stipendio non è ricchezza:in alcuni casi a stento ci si paga un affitto di casa con le utenze se bisogna aggiungere un abbonamento ai mezzi di trasporto non si mangia.

Esiste infatti una povertà cronicizzata ma esiste anche una povertà di chi lavora di chi guadagna 1.400 euro netti al mese e non riesce a vivere e ad arrivare a fine mese.

Questa diseguaglianza ha effetti a livello sociosanitario, sul piano degli affitti, sul piano della possibilità di una famiglia di far completare il ciclo di istruzione ai figli: oggi non tutti hanno la possibilità di curarsi, le cure dentistiche, per esempio, sono a pagamento, il palliativo del bonus di cento euro va bene per il cenone di Natale.

Ci sono costi alti anche per andare a scuola: i libri, il Pc, la linea internet, ci sono fasce di popolazione che non possono far proseguire gli studi ai figli: questo è gravissimo, poiché blocca l’ascensore sociale e il figlio del povero è condannato a restarepovero.

Secondo le dichiarazioni dei membri del governo non ci sono le condizioni per dire che c’è una crisi del mercato del lavoro, poiché cresce l’occupazione, ma sono tutti contratti poveri, a tempo determinato e part-time. Il Governo intanto sta svendendo pezzi del patrimonio pubblico.

Occorrerebbe un grandissimo investimento sulle forze della Medicina del Lavoro e sulle forze ispettive: non possono pochi ispettori controllare tutte le aziende, soprattutto dove prolifera il lavoro nero, e chi fa concorrenza sleale speculando sulla sicurezza sul lavoro. 

Alfredo Magnifico

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