Cassa integrazione ancora in aumento in Molise: Boccardo: “Basta sagre. Confrontiamoci per lo sviluppo”

Con 67 milioni di ore, giugno è il mese con più richieste di cassa integrazione da parte delle aziende. E’ la cassa in deroga che trascina questa piccola crescita (+3.8%) rispetto a maggio. Infatti, calano sia la Cassa Ordinaria (-24 %) che quella Straordinaria (-19 %) pur con ancora un significativo numero di ore autorizzate: 17 milioni la Ordinaria, quasi 32 mln la Straordinaria. 

Lo rileva il “Servizio Politiche del lavoro” della UIL nazionale, nel consueto rapporto mensile che elabora i dati desunti dagli archivi dell’Inps.

La crescita della Cassa in deroga (+380%) per quasi 18 milioni di ore, dovuta in parte al blocco “amministrativo” dei mesi precedenti, mostra comunque come alcuni settori manifestino ancora criticità: nell’artigianato e nel commercio le richieste di cassa integrazione sfiorano a livello nazionale i 9 milioni di ore.

A livello regionale, colpisce il dato della Puglia, delle Marche, ma anche il dato del Molise è particolarmente alto, presentando un’impennata (+145%) sul mese precedente.

La UIL, poi, osservando il dato dell’intero semestre del 2015 formula una previsione: con 365 milioni di ore autorizzate, ma tenendo conto del basso dato complessivo della cassa in deroga (nonostante la crescita dell’ultimo mese), si può prevedere che alla fine dell’anno questo strumento verrà utilizzato meno rispetto agli altri anni ma ancora con forte intensità. Viene rispecchiato, cosi, lo stato dell’economia del paese: una leggera ma non consolidata ripresa, con ancora forti preoccupazioni circa la tenuta occupazionale soprattutto in alcuni settori (edilizia in primis) e aree territoriali.

Commenta il Centro studi della UIL: “Il Governo sta per approvare il decreto che riforma questi importanti strumenti di protezione sociale ed è bene che, prima di decidere di ridurre durata e reddito, consideri gli effetti sociali di tali decisioni. Infatti, pur in presenza di una flebile “ripresina” sono quasi 400.000 a livello nazionale le unità di lavoro protette dalla Cassa Integrazione e, ancor più importante, circa 1 milione le persone che beneficiano (o beneficeranno) di questo strumenti di integrazione al reddito nel 2015”.

Ancora due dati sulla nostra Regione: nei primi sei mesi del 2015 le ore di Cassa Integrazione autorizzate sono state quasi due milioni (per la precisione 1.984.894) e i lavoratori che ne hanno potuto fruire sono 1.946. Erano esattamente il doppio nel corrispondente primo semestre dell’anno 2014.

In un territorio che non vede alcuna ripresa in nessun settore, né nel manifatturiero industriale, né nell’artigianato o nel commercio, e tanto meno nell’edilizia, questo vuol dire -segnala Tecla Boccardo, Segretaria generale della UIL molisana- che per molti lavoratori il posto di lavoro si è volatilizzato negli scorsi mesi, la stessa Cassa integrazione ha potuto fare ben poco garantendo un limitato reddito per un po’ di mesi e poi basta, per loro non c’è più niente, né un nuovo lavoro né ammortizzatore sociale che tenga. Sono molisani che oggi contano solo sulla solidarietà delle loro famiglie o sul lavoro nero, vera piaga mai abbastanza indagata e, tantomeno, combattuta”.

Si fa benissimo ad assicurare un reddito a quei lavoratori la cui azienda attraversa un periodo difficile, utilizzando gli ammortizzatori sociali garantiti dall’Inps o magari andando alla ricerca di risorse nelle pieghe di fondi a disposizione. Ma come Sindacato siamo stanchi di discutere di “politiche passive” e di “protezione sociale” per chi perde un reddito. È ora di “politiche attive del lavoro” anche in Molise, di attrazione degli investimenti, di concreti aiuti alla autoimprenditorialità dei giovani, di scelte politiche fra modelli di sviluppo, di imprenditori che si ricordino di esserlo, di supporti credibili affinché si creino posti di lavoro regolari, in settori su cui l’economia può ricominciare a camminare”.

Se la politica si sveglia, se dà un segno di consapevolezza della situazione in cui si trova l’economia, delle difficoltà occupazionali e delle tensioni sociali che le sagre estive certo non riescono a sopire -è questa la sfida di Boccardo- il Sindacato non si sottrae al confronto, non si tira indietro, è pronto a fare la propria parte, con equilibrio e senso di responsabilità e, magari, con un po’ di fiducia in un Molise che, rimboccandosi le maniche, si tira fuori dai problemi”.

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