Le parole, i pensieri, i sogni di un uomo, un prezioso profilo africano in terra europea. Un libro pieno di forza e rabbia dove si decantano i pari diritti per tutti con un particolare accento sul popolo Africano. Parole di denuncia e di risoluzione allo stesso tempo, un riscatto per un uomo che vive forzatamente lontano dalla terra natia, espresso attraverso la poesia in una scrittura semplice e spontanea. Sogni di un uomo è la testimonianza vera di chi è stato strappato dalle proprie radici per amore del proprio popolo. Ѐ il desiderio di un ritorno futuro verso la terra d’Africa, nella ricostruzione di una vita in terre sconosciute.
Soumaila Diawara è nato nel Febbraio 1988 a Bamako, Mali, dove ha conseguito la laurea in Scienze Giuridiche con una specializzazione in Diritto Privato Internazionale. All’età di tre anni, per motivi familiari, va a vivere con la nonna, attivista del primo movimento femminista del Mali. Il periodo universitario lo vede impegnato in politica e parte attiva di movimenti studenteschi a fianco della società civile. Terminati gli studi, si inserisce definitivamente in politica entrando nel partito di opposizione Solidarité Africaine pour la Démocratie et l’Indépendance (SADI) e ricopre l’incarico di guida del movimento giovanile. In questo periodo viaggia in vari paesi: Africa, America Latina, Europa e Canada con l’intento e la speranza di contribuire alla lotta per la liberazione del suo paese dall’imperialismo occidentale. Diventa responsabile della comunicazione del suo partito, in collaborazione con la Sinistra Maliana e con l’Organizzazione della Sinistra Africana (ALNEF). Accusato ingiustamente, insieme ad altri, di un’aggressione ai danni del Presidente dell’Assemblea Legislativa, nel 2012 è stato costretto ad abbandonare il Mali. Molti dei suoi compagni di lotta politica sono stati condannati a morte, a seguito delle accuse, altri, pochi sopravvissuti sono stati costretti a fuggire dal paese. Soumaila Diawara è diventato un rifugiato per forza e per necessità, uno dei tanti profughi che nelle traversate dentro i barconi della di-speranza, cercano futuro e sogni da realizzare in terra libera, seguendo le rotte dell’attuale fenomeno migratorio, partendo dalla Libia e spesso incontrando la morte in mare. Grazie al salvataggio di una nave della Marina Militare, giunge in Italia nel 2014 e ottiene la protezione internazionale come rifugiato politico, tuttora attiva.