Le indagini della fiamme gialle sul buco dei mancati pagamenti al Comune delle società di riscossione “Esattorie” a Viterbo ha portato ad un primo risultato. Due per il momento gli indagati, Carlo Marcucci, fondatore della società che fino a giugno ha riscosso i tributi per il Comune di Viterbo, e la figlia Sandra, che ne è il presidente. L’ipotesi di reato per cui procede il pm Paola Conti è il peculato. Stando alle indagini del Nucleo di polizia tributaria della Finanza, gli amministratori di Esattorie – che ha sede a Isernia – avrebbero dunque sottratto soldi pubblici, derivanti dai pagamenti delle tasse da parte dei viterbesi.
L’ ammanco denunciato dalla giunta Michelini si aggira intorno ai 5.100.000 euro. Le indagini sono state avviate dopo la presentazione di una serie di denunce contro la condotta di Esattorie: oltre al Comune, un esposto è stato presentato dal presidente della Provincia, Marcello Meroi, e uno dal ragioniere capo di Palazzo dei Priori, Stefano Quintarelli. Il rischio è che l’inchiesta possa scivolare dal palazzo del Riello alla Procura molisana, dal momento che i conti correnti su cui finivano i contributi viterbesi sono stati aperti a Isernia e qui si sarebbe materialmente consumato il reato.
Sull’entità del buco di bilancio resta comunque da fare chiarezza. Da ieri un ispettore del ministero del Tesoro è stato chiamato dall’assessore al Bilancio, Luisa Ciambella, per passare al setaccio tutti i conti. Non solo quelli di Esattorie. Un mese il tempo previsto per la verifica, idem per l’istruttoria definitiva. «Ho chiesto questa ispezione – spiega Ciambella – per capire il perché delle differenze tra il bilancio del Comune e quello delle partecipate, per verificare i residui attivi e passivi, infine per valutare l’impatto che la vicenda Esattorie può avere». ( fonte http://www.ilmessaggero.it/VITERBO/comune_viterbo_esattorie_palazzo_dei_priori/notizie/346922.shtml)Esattorie
Arriva poi la replica al Comune: «Nessun ammanco, siamo in credito»
La stessa società sotto inchiesta da parte della Procura viterbese replica agli amministratori. «Al 17 giugno, la data di presentazione del concordato preventivo, Viterbo vantava un credito di circa 4.200.000 euro e aveva un debito di circa 2.570.000».
Già a settembre scorso, alla chiusura dei rapporti dare-avere, «la società ha emesso altre due fatture sotto il controllo di un commissario giudiziale: una per 1.840.000 euro per accertamento Ici, una di 1.220.000 per accertamento Tarsu». A fare i conti dell’affaire Esattorie Spa è Alba Torrese, avvocato di Carlo e Sandra Marcucci, fondatore e presidente della società che ha riscosso i tributi dei viterbesi fino a giugno. Ebbene, fatto il totale delle cifre certificate dal Tribunale di Isernia che ha accolto la domanda di fallimento, risulta che è Esattorie a vantare crediti nei confronti del Comune per oltre un milione di euro: 5.600.000 euro contro 4.200.000. Sul fronte delle indagini, Torrese chiarisce che i suoi assistiti hanno ricevuto dalla Procura di Viterbo un avviso di garanzia per appropriazione indebita.
(fonte http://www.ilmessaggero.it/viterbo/viterbo_esattorie_riscossioni_tributi_bilancio/notizie/347776.shtml )