In una bottiglia di passata di pomodoro da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà del valore (53%) è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità. Ad evidenziarlo è un’analisi della Coldiretti sui costi di produzione.
Questo è solo un esempio di quanto poco vada, in relazione al prezzo finale del prodotto sullo scaffale, nelle tasche degli imprenditori agricoli. I veri produttori di cibo spesso sono così costretti a chiudere le loro aziende, impossibilitati finanche a coprire i costi di produzione. Ciò accade a causa di evidenti distorsioni lungo la filiera e concorrenza sleale di quanti non regolarizzano il lavoro di braccianti tanto italiani quanto stranieri.
Per questo Coldiretti ribadisce, ancora una volta, la necessità di “affiancare le norme sul caporalato all’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari, presentate dall’apposita commissione presieduta da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’ Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti”.
“A tutto ciò – evidenzia infine il direttore Ascolese – va poi aggiunta la considerazione che il sacrificio economico imposto agli imprenditori agricoli non produce alcun beneficio, sia in termini economici che di qualità del prodotto, ai consumatori”.