Quando penso al pellegrinaggio a piedi forse più famoso al mondo, quello verso Santiago di Compostela penso immediatamente al bellissimo omonimo film, con protagonista un bravissimo Martin Sheen; una pellicola che ho visto più volte e che ogni volta traccia un solco nelle mie emozioni. Una parte di quelle emozioni sono state vissute ieri da un uditorio attento in una sala raccolta ma piena in ogni ordine di posti; nei locali della Fondazione Potito si è percepito un clima sereno per un evento di grande interesse, la presentazione del libro ‘Scritte In Cammino’ di Adriano Gasperi. Un poeta che dice di non esserlo, ma semplicemente una persona che scrive quello che gli viene dettato dal cuore. Il libro è una raccolta di 54 poesie scritte in cammino durante un lungo viaggio da Cadice a Santiago di Compostela sulla Via della Plata, effettuato nell’inverno primavera del 2019 per quella che – si legge nella presentazione all’evento- certamente non è una guida turistica ma una raccolta di emozioni. L’introduzione è stata curata da Antonella Presutti.
Sono state proprio emozioni vive quelle provocate da Gasperi ai presenti in sala, sia durante la lettura dei brani (ad opera, credo di aver capito, di una persona che ha condiviso l’esperienza dei percorsi per Santiago) che nella narrazione dei fatti ad opera dell’autore. Il cammino da fare riducendo al massimo le soste, senza pensare alla stanchezza, ammirando la bellezza dei posti come si può fare solo con la mente rivolta a quello che il viaggio ci vuole e deve dare; allora si scaricano i pensieri, si svuota la mente dai problemi della quotidianità e ci si immerge nell’obiettivo, i luoghi lontani, che sembrano essere verso l’infinito, ma che saranno raggiunti perché è là che si deve andare. Il cammino in un certo senso ti accoglie e ti accompagna alla meta. Gasperi non si è limitato all’essenza del significato del pellegrinaggio, ha descritto luoghi, tradizioni, raccontato brevemente fatti e persone che hanno segnato questa esperienza; le emozioni e la concentrazione che fanno sembrare leggero lo zaino alla partenza e non fanno rimpiangere, per 72 giorni, la bella abitazione americana a poche decine di metri dall’oceano, come non rendono necessari, per quel periodo, armadi, vestiti e comodità, perché con pochi calzini ed il minimo indispensabile si può vivere bene, per quel periodo ed in quel contesto.
Al termine dell’incontro di lettura un buffet elegante ha allietato i presenti, che hanno vissuto una bella esperienza ascoltando proprio una delle più belle esperienze possibili.
Stefano Manocchio