Continuano le operazioni di verifica sulle elezioni alla Camera di commercio. Come già anticipato da questa testata è in atto un procedimento, presso la giustizia amministrativa, volto a verificare l’attribuzione dei seggi dell’attuale consiglio camerale, peraltro giunto ormai a scadenza. L’iniziativa parte da un ricorso di un’associazione e dopo lunghi anni ha trovato un esito operativo, con la richiesta da parte del Tar di verificare la documentazione in base alla quale sono stati attribuiti i seggi nella Camera di Commercio. E’ ovvio che gli effetti pratici di una simile procedura, ormai, sono alquanto limitati. Si tratta inoltre di un’iniziativa che non coinvolge la presidenza della Camera di commercio. Ma ciononostante il ricorso potrebbe avere lo stesso un impatto importante nell’associazionismo locale. I seggi del consiglio della Camera di commercio (quello che poi elegge il presidente dell’ente camerale) sono attribuiti alle associazioni di categoria in base al numero dei loro associati.
E sono le singole associazioni, e i loro presidenti a dichiarare in regime di autocertificazione quanto associati sono iscritti alle medesime associazioni. Rispetto alla scorsa volta oggi, viste le frequenti contestazioni, la procedura è stata resa più rigida e bisogna allegare l’elenco nominativo dei soci di cui si dispone. L’altra volta invece bastava la semplice autocertificazione. Da quel che risulta il Tribunale amministrativo ha chiesto con propria ordinanza la verifica della posizione associativa di una delle sigle che hanno concorso alle passate elezioni. E ha dato un termine alla Regione Molise (che è la responsabile di questo procedimento) per produrre tutte la documentazione necessaria. Sembrerebbe però che la Regione non abbia inviato nei termini alcunché. E questo potrebbe avere effetti dirompenti nel mondo associativo locale. Al di là del contenzioso amministrativo c’è infatti anche un possibile profilo penale in tutta la questione. Se i dati non corrispondono a quella che è la reale situazione, o non si dimostra che i dati forniti siano veri le autocertificazioni risulterebbero false e scatterebbero i relativi reati. Non solo. Una simile eventualità si incrocerebbe con l’attuale procedura di rinnovo dell’ente camerale. Se la stessa associazione concorresse anche questa volta e soprattutto non fosse cambiato il presidente (o rappresentante legale) si aprirebbe un evidente caso molto imbarazzante. La questione diventerebbe ovviamente pubblica e chiamerebbe in causa anche la credibilità stessa degli organi di governo della canera di commercio di Campobasso e dello stesso ente camerale.