La giornata del 17 marzo sarà ricordata a lungo quale data singolare per la storia del sindacato della scuola e della Gilda in particolare. Un gruppo di liberi pensatori come sostiene Rino Di Meglio, nonché di uomini liberi, si è recato presso la Corte di Cassazione per depositare i quesiti dei referendum abrogativi sulla scuola (Legge 107/15), sulle trivellazioni , sulle privatizzazioni , sugli inceneritori . E’ una compagine varia e variegata , ma mossa da un solo intento: che finalmente il popolo italiano possa esprimersi liberamente su temi che interessano il bene comune. E la scuola statale è il bene comune più prezioso . “Questa iniziativa è tesa in difesa di una democrazia in serio pericolo – afferma Michele Paduano coordinatore del Molise – essendo condizionata da interessi economici stranieri. Ai nostri Padri Costituenti era assolutamente chiaro che, per evitare altre guerre, tensioni sociali e diseguaglianze, il mercato va regolato. Fatte queste premesse, il percorso referendario è l’ultimo strumento democratico che può essere impiegato. Purtroppo all’interno del comparto scuola non avevamo altre possibilità: lo avevamo annunciato anche nel corso di una conferenza stampa tenutasi in Provincia a Campobasso, laddove lanciammo anche un segnale per le Regioni, Molise compresa, che avrebbero potuto impugnare la norma. Ma la scuola non ha alternative, anche perchè nessuno deve poter pensare che le coscienze dei docenti italiani alla fin fine si comprano con 500 euro, IVA compresa”. Va da sé che in questa fase la Gilda scuola necessita di tutti, per diffondere questo messaggio di protesta, di civiltà, di democrazia e di speranza.
Buona Scuola, la Gilda presenta i requisiti referendari in Cassazione
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