Bullismo e cyberbullismo, con particolare riguardo all’azione di vigilanza che i genitori, le associazioni e gli operatori scolastici dovrebbero mettere in atto, per difendere i minori dai rischi legati a questi due pericolosi e striscianti fenomeni. Se ne è parlato ìl 30 marzo nella sala conferenze San Luigi Orione di Venafro, nel corso del convegno “Come ho fatto a non accorgermene? – Alcune domande su bullismo e cyberbullismo” promosso dal Centro di Servizio per il Volontariato del Molise, su richiesta del Centro Italiano Femminile Regionale Molise, in collaborazione con la Polizia di Stato.
Dopo il saluto ai partecipanti del Presidente del CSV Molise, Bianca Maria Fuso Biondi e del Questore Vicario di Isernia Antonino Russo, moderato dalla presidente del Cif Regionale Molise, Bianca Buondonno, l’incontro si è aperto con l’intervento della psicopedagogista Wanda Della Sala.
La docente ha spiegato che il bullismo, come tutti i fenomeni umani, ha una origine multifattoriale e vi concorrono fattori legati al temperamento ed alla personalità, i modelli familiari, le influenze sociali e culturali.
“Come avviene all’interno di ogni scontro tra individui – ha sostenuto la Della Sala – il bullismo è caratterizzato da una matrice relazionale: i comportamenti aggressivi e passivi, dei bulli e delle loro vittime, rappresentano l’espressione di un disagio sociale. Entrambe le tipologie comportamentali vanno considerate come due facce della stessa medaglia, legate ad una modalità inadeguata di affermazione di sé da una parte e dalla bassa autostima e da difficoltà relazionali dall’altra”.
La dottoressa Attilia Lepore, Ispettore Superiore della Polizia di Stato, ha invece declinato le diverse tipologie di bullismo, diretto ed indiretto, maschile e femminile, singolo o di gruppo, spiegando poi quali comportamenti possono rientrare in questa fattispecie, caratterizzata dalla asimmetria tra aggressore e vittima e quali invece rappresentano reati diversi, come aggressioni e lesioni, altrettanto punibili giudiziariamente.
Diverse, anche in Molise, le segnalazioni di bullismo, specialmente in ambiente scolastico, cui però, spesso, non seguono denunce specifiche. Da qui l’invito a rivolgersi in ogni caso alla Polizia di Stato, che non esercita solo una funzione repressiva, ma principalmente preventiva, fornendo consigli ed indicazioni su come risolvere episodi specifici, senza la necessità di esercitare ad ogni costo l’azione penale.
Di cyberbullismo in particolare ha infine relazionato il dottor Francesco D’Alonzo, Ispettore Superiore della Polizia Postale – coadiuvato nel suo intervento dall’Assistente Capo Valter D’Alleva – il quale ha illustrato i pericoli cui vanno incontro, non solo i più giovani, nelle cosiddette piazze virtuali della rete: social network, chat, sms, file sharing, dove si annidano, spesso in maniera subdola, rischi legati alla pedopornografia e all’adescamento di minori, fino ai cosiddetti casi di “sexestorsion” e “kriptolocker”, le cui vittime sono principalmente gli adulti che, al pari dei ragazzi, cadono nelle reti ricattatorie dei tanti truffatori e delinquenti presenti su internet. Anche in questo caso, dunque, l’ispettore D’Alonzo ha raccomandato la massima cautela nel condividere sulle piattaforme informatiche dati personali di cui, una volta caricati sul web, si perde la proprietà e la tutela legale fornita dalla legislazione italiana, e che possono essere, e spesso sono, utilizzati in maniera ricattatoria.
Non si vuole demonizzare l’uso di internet in una società sempre più interattiva ed interconnessa – è stata questa la conclusione del convegno – ma è essenziale mettere in guardia i minori e gli adulti, consigliando loro di non fidarsi mai di chi si conosce solo virtualmente, non esponendosi mai eccessivamente e segnalando senza indugio qualsiasi episodio alle forze di Polizia.