La Corte di conti non parifica il rendiconto 2022 della Regione Molise. La decisione è intervenuta
all’esito del giudizio di parificazione, procedimento contenzioso che è stato caratterizzato da una
accurata e minuziosa fase istruttoria, durante la quale la Corte dei conti ha fornito alla Regione
Molise una collaborazione costante, attenta e partecipe, a tratti anche oltre la latitudine richiesta dal
caso, per mettere l’ente in condizione di affrontare al meglio criticità rilevanti e consolidate, che
avevano già portato ad una parziale parifica del rendiconto 2020 e alla mancata parificazione del
rendiconto 2021, documenti entrambi sottoposti al vaglio della Corte costituzionale.
Le risultanze dell’analisi hanno evidenziato, a supporto del giudizio di non parifica, che il risultato
finale di amministrazione indicato nel documento sottoposto al vaglio della Sezione, pari ad un
disavanzo per 562,61 milioni, è risultato sottostimato e non veritiero e che gli equilibri finanziari si
pongono ai limiti della sostenibilità, impattando il volume del disavanzo sulla gestione futura in
termini imponenti.
Già solamente alla luce del dispositivo letto in udienza dal Presidente, la sottostima del disavanzo
afferisce alla mancata contabilizzazione di spese esigibili e ad una mancata congrua determinazione
dei fondi da accantonare per rilevanti importi, che peggiorano il disavanzo stesso di considerevoli
importi, superando i 650 milioni.
Le scritture contabili, sotto il profilo dell’attendibilità-regolarità, si sono rivelate lacunose e hanno
mostrato molteplici irregolarità e una scarsa attenzione dell’Ente ad una curata predisposizione
degli atti amministrativi, molto spesso carenti sotto il profilo motivazionale e nel dispositivo.
La Sezione ha rilevato, nella gestione della spesa, un mancato rispetto ed un’accertata incoerenza
con le prescrizioni imposte dalla normativa. Allo stesso modo, le stringenti regole di contabilità in
materia di impegni e pagamenti non sono state adeguatamente rispettate dalla Regione, essendosi
ravvisate mancate coperture in bilancio anche per obbligazioni giuridiche derivanti da contratti di
somministrazione di servizi, che hanno portato alla formazione di ingenti debiti fuori bilancio e a
un notevole impatto negativo sul rendiconto.
La Sezione ha inoltre accertato rilevanti ritardi anche nel pagamento delle transazioni commerciali,
che hanno avuto come conseguenza la maturazione di consistenti interessi moratori, anch’essi
fortemente impattanti sui valori finali.
L’analisi ha inoltre permesso di verificare che durante tutto l’anno 2022, la Regione Molise ha
continuato ad erogare ad una parte di suoi dipendenti l’indennità prevista per l’”Area quadri”,
un’area contrattuale istituita dalla Regione stessa e dichiarata costituzionalmente illegittima dalla
Consulta, con la conseguenza che la spesa per tale indennità, proprio in quanto illegittima, non può
continuare ad essere sostenuta e deve essere recuperata nei bilanci successivi.
Più in generale, l’esito dell’analisi condotta ha evidenziato che solamente un terzo dei capitoli di
bilancio esaminati è andato esente da criticità contabili.
Sul fronte della gestione sanitaria regionale, è stato sottolineato un primo e grave profilo critico,
rappresentato dai finanziamenti regionali destinati alla copertura delle attività istituzionali
dell’A.R.P.A.M., ovvero l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, che la Regione finanzia
con risorse del Fondo sanitario nazionale, nonostante la normativa statale lo escluda, prevedendo
invece un obbligo preciso di puntuale individuazione delle risorse che devono garantire i Livelli
essenziali di assistenza, al fine di evitare ogni possibile opacità contabili oltre che illegittime
distrazioni di fondi da destinarsi, invece, alla garanzia delle spese di natura sanitaria.
La Sezione ha accertato che, nonostante tale divieto, in concreto i provvedimenti annuali di
trasferimento dei fondi all’Agenzia hanno continuato ad attingere dal Fondo sanitario nazionale e
tale criticità è aggravata dalla mancata consapevolezza, da parte della Regione, delle funzioni che
l’A.R.P.A.M. esercita nell’ambito sanitario.
Il disavanzo finora considerato non tiene conto del fatto che la Regione è gravata pesantemente dal
mancato soddisfacimento dei crediti registrati sul bilancio consolidato del SSR (A.S.Re.M. e Gestione
Sanitaria Accentrata), che presenta una perdita di esercizio e perdite riportate a nuovo per un
importo rilevante. Tale perdita, insieme al disavanzo non coperto a fine 2022, ha comportato, come
previsto dalla legge, l’aumento automatico delle aliquote fiscali di IRAP e di addizionale regionale
all’IRPEF, oltre che il divieto di effettuare spese non obbligatorie fino al dicembre del 2024, con
conseguenze fortemente negative sulle politiche regionali.
Anche il monitoraggio del livello dei LEA ha evidenziato un risultato inferiore al valore soglia.
La Sezione ha pesantemente stigmatizzato le considerevoli criticità nei rapporti con gli operatori
privati accreditati, ed il modo, non corretto, in cui la Regione gestisce l’extrabudget collegato alla
mobilità sanitaria. La Regione, nei contratti stipulati, ha riconosciuto ai privati accreditati, in
aggiunta al budget, le prestazioni erogate in favore di pazienti extraregionali, ponendo tali
prestazioni al di fuori del tetto di spesa contrattuale, così che gli operatori privati sono stati
espressamente esclusi dai limiti di spesa rimborsabile da parte del servizio sanitario regionale.
Ciò continua a determinare una maggiore spesa non programmata, che viene fronteggiata in un
momento successivo, che si pone all’opposto di una corretta, efficiente ed economica gestione delle
risorse pubbliche e che comporta una deresponsabilizzazione dei privati accreditati nei confronti dei
conti pubblici, dal momento che l’incontrollato aumento della produzione di servizi rappresenta un
rischio permanente per la finanza pubblica ed un costante pericolo per la concreta attuazione del
diritto alla salute costituzionalmente garantito.