Andranno tutti a casa, entro fine anno, i 111 operatori con contratti di collaborazione continuativa che, da anni, prestano la loro attività presso le diverse strutture dell’Azienda Sanitaria molisana. Per la precisione: 65 cessano di lavorare quest’oggi, mentre i restati 46 tireranno avanti ancora per quattro settimane, aggiungendosi agli infermieri precari anche questi in scadenza. Stiamo parlando di farmacisti, biologi, logopedisti, terapisti, neuropsicomotricisti, laureati in scienze motorie, dietisti, psicologi, tecnologi alimentari, assistenti sociali, operatori informatici/amministrativi, sociologi, pedagogisti, impegnati nei Distretti, nei Centri di salute mentale, nei servizi farmaceutici, in ospedale e in altri servizi dell’Azienda Sanitaria. Tutti professionisti dotati di esperienza acquisita sul campo. Senza di loro la sanità molisana sarà fortemente limitata, proprio nel momento in cui, invece, i servizi sul territorio andrebbero migliorati e potenziati, attraverso l’incremento di personale e l’acquisto di strumenti tecnologici, riducendo quelle che, da tempo, vengono definite le “inappropriatezze sanitarie”.
Più della metà di questi precari (per così dire) sono in servizio continuativo da circa dieci anni, senza aver diritto alle ferie, al riposo sostitutivo, alla tredicesima mensilità e, soprattutto, non solo senza avere alcuna certezza sulla continuità e sul loro futuro lavorativo, ma senza neppure fargli intravedere la tanto auspicata stabilizzazione. Ancor più paradossale è poi la loro remunerazione. Infatti, percepiscono circa 6 € all’ora, certamente un compenso non proporzionato all’impegno e all’apporto professionale. Un compenso ben inferiore ai minimi stabiliti dalla contrattazione collettiva per le figure con rapporto subordinato ed adibite ad analoghe mansioni.
A causa del blocco del turn over e l’impossibilità di assunzioni a tempo indeterminato, questi lavoratori precari sono stati utilizzati nella Sanità, grazie alle risorse vincolate assegnate alle Regioni, per il miglioramento dell’erogazione dei L.E.A.. Negli anni, infatti, hanno garantito l’attivazione di servizi soprattutto nell’area territoriale, cioè laddove la dotazione di personale dipendente è sempre stata limitata, operando presso le Porte Uniche di Accesso, i Servizi di Assistenza Domiciliare, gli Sportelli per gli Utenti Diabetici, i Celiaci, i Dializzati, prestando attività riabilitative e psicologiche in favore di bambini, anziani e utenti più fragili, dando supporto tecnico/amministrativo ai Sistemi informatici Aziendali e in collegamento con il Ministero.
“Il regalo di Natale – commenta Tecla Boccardo, Segretario generale della UIL molisana – l’ASREM e la struttura commissariale regionale, non lo fanno soltanto a questi cento e più giovani molisani, candidati ad ingrossare le fila dei disoccupati o ad emigrare offrendo altrove la professionalità e l’esperienza che da noi hanno acquisito, ma lo fanno anche ai cittadini più deboli, anziani, bambini, soggetti portatori di patologie che richiedono cura continua e riabilitazione, i quali verranno così privati del diritto fondamentale alla salute.
Il pasticcio si è creato perché ad oggi l’ASREM ha pubblicato, con enorme ritardo, solo due bandi per individuare coloro che saranno contrattualizzati per realizzare una parte delle attività di assistenza necessarie a garantire la continuità dei servizi. Inoltre, non si sono prorogati i contratti in scadenza, non si è provveduto in tempo utile a riprogrammare i servizi, senza avere certezza sui tempi entro cui verranno fatte le selezioni, nel frattempo le attività non potranno che essere sospese per carenza di personale, molti malati resteranno senza assistenza, alcuni territori andranno in difficoltà, altri andranno in tilt a causa della carenza di personale in grado di garantire i servizi. In sostanza: una debacle sanitaria!
“E’ da irresponsabili, una volta tanto che ci sono soldi, non cogliere adeguatamente, questa favorevole occasione per potenziare i servizi sanitari. Come pure, è inaccettabile assistere all’incapacità gestionale e all’inerzia della politica, “armata del solito indecisionismo”, che crea disservizi e toglie il lavoro.” Tuona Boccardo.
La Regione, nel marzo scorso, si era impegnata per il mantenimento in regime di proroga, con l’utilizzo delle risorse vincolate assegnate dal Ministero con la linea progettuale 1, approvando una legge regionale che dava la possibilità alla ASREM di prorogare fino al 31.12.2016 i contratti in scadenza. E’ pur vero che tale legge regionale è stata bocciata, ma è pur vero che, all’epoca, si registrò l’impegno pubblico del Presidente Frattura a presentare ricorso e, nel frattempo, a tamponare la situazione con la continuazione dell’impiego degli attuali precari. Dove è finito quell’impegno? Come si intende garantire e migliorare i servizi senza interromperli?
La UIL ha le idee chiare e sfida la politica e l’ASREM!
“Cosa fare ora? Per il Sindacato è indispensabile una seria ricognizione dei progetti avviati, di quelli efficacemente condotti, ma anche di quelli mai nemmeno iniziati. Vogliamo una ricognizione delle somme disponibili per ridefinire i quadri economici e progettuali delle iniziative che prevedono attività importanti per la collettività molisana. Occorre un’accelerazione delle procedure da parte dell’ASREM per selezionare i soggetti da coinvolgere nelle attività con un’attenta considerazione delle esperienze acquisite, senza trascurare che l’attività, nel frattempo, comunque non può essere assolutamente sospesa. Solo contando su coloro che hanno contratti di collaborazione o a progetto in scadenza questo è e sarà possibile. Sullo sfondo c’è poi l’obiettivo strategico del sindacato: basta precari, basta rapporti poco garantiti e mal remunerati, basta incertezze per i lavoratori e per i molisani che fruiscono della loro attività. Se non possiamo consentire che il servizio Sanitario diventi un mercato, ancor meno possiamo tollerare che i lavoratori e i malati diventino merce!”