Alla vigilia della mobilitazione europea in difesa della sanità pubblica, la UIL Molise ritiene che: “il malato terminale”, perché tale è la sanità molisana, può essere salvato solo con una decisa terapia e i medicinali adatti!”. Questa la battuta della Segretaria generale, Tecla Boccardo.
Il nostro sistema sanitario ha necessità di un recupero funzionale e di efficienza che garantisca la sostenibilità futura affrontando i problemi strutturali.
La UIL ribadisce che il problema della sostenibilità del servizio sanitario non è l’assistenza e la cura ai malati, soggetta a continui tagli, bensì l’ingovernabilità del sistema e l’inadeguato coordinamento tra i vari livelli assistenziali, nonostante la “messa a punto” del nuovo POS, e soprattutto la mancata attuazione di un SISTEMA a rete UNICO integrato, a riferimento regionale, che tenga insieme pubblico, privato accreditato, socio sanitario e la medicina sul territorio, attraverso una nuova metodologia di approccio costruita su modelli di cooperazione – integrazione -condivisione tra soggetto erogatori dei servizi e le istituzioni. Un SISTEMA che potrebbe essere realizzato attraverso l’istituzione del Dipartimento Interaziendale per assumere, congiuntamente, la “responsabilità di azioni”, con una forte proposta al centro: “il potenziamento della medicina sul territorio quale elemento chiave per accrescere l’offerta di salute ed integrare la Sanità con le politiche sociali”.
E’ da tempo che sosteniamo quanto anche la Ministro Lorenzin ha contestato al Molise: il mancato rispetto dei LEA che è da ricercare, prioritariamente, nell’inefficienza del sistema nella risposta sul territorio e non si giustifica con la mera carenza di personale. E’ pur vero che tale problema, seppur secondario in tale contesto, va comunque affrontato attraverso un’ottimale allocazione di quello in servizio ed una programmazione occupazionale. Anche su questo punto è da tempo che chiediamo l’apertura, un serio confronto con le organizzazioni sindacali sul fabbisogno del personale e sull’utilizzo dello stesso.
I problemi strutturali da affrontare sono, per esempio, le persistenti diseguaglianze di salute tra i vari territori e la disomogenea distribuzione di strutture e servizi in un Molise che, oltretutto, è caratterizzato da forti difficoltà di mobilità e da una intensa dispersione abitativa della popolazione. “Anche su questo fronte occorre agire – sostiene sempre Boccardo – perché l’obiettivo è rendere, in qualsiasi angolo della nostra terra molisana, esigibile e fruibile da tutti i nostri cittadini (e non solo) il diritto alla tutela della salute, attraverso appropriate risposte agli effettivi “bisogni di salute” determinati da un’analisi preventiva dei dati.
Occorre poi ragionare, altresì, sui dati della mobilità passiva. Da uno studio della UIL emerge che, paradossalmente, in Molise non c’è un incremento della mobilità passiva perché ampie fasce della popolazione, con redditi sempre più bassi, rinunciano a curarsi perché non hanno le condizioni per curarsi fuori Regione! Un dato allarmante e di forte impatto sociale che deve far riflettere.
“Certo, riconosce la UIL, il diritto alla salute in Molise è stato fortemente penalizzato dal cosiddetto decreto Balduzzi. Di ciò il governo regionale e nazionale se ne devono assumere la piena responsabilità politica e morale per aver di fatto limitato il diritto di tutela della salute del popolo molisano!”
La UIL più volte ha presentato proposte di intervento in tema di salute e di miglioramento dell’offerta sanitaria e “riorganizzazione”, intesa anche come obiettivo di riduzione delle inappropriatezze, del ricorso a prestazioni diagnostiche eccessive e del ricovero ospedaliero. Ridurre gli sprechi intervenendo, ad esempio, anche sul consumo di farmaci mettendo maggiore attenzione alle giacenze dei farmaci in magazzino o in ospedale (non un costo ma un ricavo per l’anno successivo).”
Insomma, per la UIL occorre un cambio di impostazione: “Ben oltre ed altro di quanto finora è stato fatto e messo in campo in Molise per raggiungere la sostenibilità economica del sistema nel tempo. Il sistema tornerà davvero in equilibrio se si cambierà il metodo: partire dall’analisi dei bisogni reali della popolazione e collocarli al centro delle scelte, piuttosto che partire dai soldi che si hanno per soddisfare i bisogni. Un pareggio di bilancio ottenuto con i soli tagli economici sarà sì saturato in superficie, ma consentirà sempre alla “ferita” di aprirsi con puntuale tempismo ad ogni ciclo contabile!
“In questi giorni vedo fiorire prese di posizione e proposte: parlamentari nazionali che si riposizionano, comitati che si mobilitano, politici locali che suggeriscono o contrastano, amministratori che magnificano un qualche “illusorio risultato” e ridimensionano le bocciature romane. Forse sarebbe utile fermarsi un poco e inaugurare, anche qui e proprio sul tema della sanità, una nuova politica dell’ascolto. Ritengo – propone Tecla Boccardo – che sarebbe utile organizzare una grande convention molisana, un ampio confronto al capezzale del “malato” cui chiamare tutti coloro che sono gli attori delle politiche della salute o che raccolgono e organizzano modi di sentire diversi. Se in Molise istituzioni o movimenti spontanei, organizzazioni sindacali o amministratori pubblici, imprenditori o gestori della cosa pubblica, cominciano a parlarsi direttamente, confrontano idee e impostazioni, mettono a disposizione comune analisi e proposte praticabili, forse qualcosa di buono ne può venire fuori. Questo il nostro suggerimento!”