Al Molise servono le disgrazie per poter avere un po’ di attenzione. Per fortuna è arrivata la neve a bloccare le strade (intanto qui abbiamo lasciato a casa gli stagionali dell’Anas…), far chiudere le scuole e sospendere le attività non strettamente indispensabili. C’è voluto addirittura il terremoto (mentre qui stiamo smantellando la Protezione civile nella Regione con più dissesto geologico d’Italia) per darci la ribalta nazionale. Solo così qualche immagine della nostra terra è arrivata nei telegiornali nazionali, solo così abbiamo visto qualche troupe televisiva, questa volta non intenta a inseguire il Presidente per qualche suo guaio, vero o presunto.
D’altra parte ci siamo abituati: siamo o no una regione che ha addirittura siti in internet dal titolo “il Molise non esiste”? Il Papa è venuto a incontrarci, ma nel corso della lunga presidenza di Napolitano non siamo stati gratificati di una sua visita, non so qual è stato l’ultimo Presidente del Consiglio ad essersi scomodato (Renzi qualche mese fa aveva fatto sapere che forse, ma non se n’è fatto nulla), Ministri o sottosegretari ne arrivano, ma per una capatina o per un viaggetto nelle zone più defilate e defilandosi (ricordate la visita di Poletti, ministro del lavoro che incontra i sindacati ad un angolo di strada?)
Peccato: se qualche riflettore restasse acceso un po’ di più o più frequentemente sul Molise qualcuno conoscerebbe la bellezza del nostro territorio, le sue ricchezze archeologiche e artistiche, capirebbe che qui a pochi chilometri di distanza si può sciare d’inverno e balneare d’estate, saprebbe (senza che lo spieghi Chef Rubio) che qui si mangia bene. Gli italiani e gli stranieri si innamorerebbero del Molise e dell’orgoglio delle sue genti, con magari un qualche beneficio per il turismo locale.
Certo, noi sindacati racconteremmo anche del lavoro che manca, del tasso di disoccupazione giovanile che condanna i nostri laureati alla fuga, dei nostri anziani che sostengono le famiglie che tirano avanti ad ammortizzatori sociali, della sanità malata terminale, della rabbia crescente nei confronti di una classe politica impegnata nelle sue beghe interne ed intenta in un rimpasto della giunta che va avanti da sei mesi.
A proposito. Domani causa neve e terremoto, chissà se Frattura firmerà il decreto di nomina del nuovo Assessore alle attività produttive. Temiamo che l’esponente politico individuato debba tenere in fresco lo spumante: c’è tempo. L’aspirante (o gli aspiranti) nuovo Assessore al lavoro, quello dovrà avere ancora più pazienza: i giochi non sono ancora fatti. D’altra parte, non sarà mica il lavoro ad essere la preoccupazione vera del Molise.
Allora avanti a spazzare la neve, a riposare al calduccio, a giocare a palle di neve, a costruire pupazzi. Anche se di quelli, in Molise, non ce ne mancano proprio.
Boccardo (UIL) : si parla del Molise solo quando siamo in difficoltà
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