Boccardo (UIL): il Molise non può aspettare i tempi della politica

Si è tenuta ieri a Roma una riunione degli Organismi dirigenti nazionali di CGIL, CISL e UIL che ha licenziato un importante documento, già dal titolo molto impegnativo: “Un moderno sistema di relazioni industriali, per uno sviluppo economico fondato sull’innovazione e la qualità del lavoro”. Si tratta, di fatto, della definizione della strategia sindacale per la realizzazione di un nuovo modello contrattuale, per il rilancio del confronto con i datori di lavoro, per politiche attive che valorizzino il lavoro e rendano i lavoratori partecipi nella stessa gestione delle aziende, per lo sviluppo della bilateralità e del nuovo welfare contrattuale che meglio tuteli i diritti dei lavoratori.
“Al di là del merito delle scelte, su cui si avvierà nei prossimi giorni il confronto fra il sindacato e le Associazioni datoriali – fa notare Tecla Boccardo, leader della UIL Molisana – è particolarmente importante l’impegno delle Confederazioni ad assumere un ruolo centrale nel dibattito politico, economico e sociale in corso nel Paese. Ci sono tematiche, quali quelle dell’organizzazione del lavoro, la stipula dei contratti nazionali, la realizzazione dei contratti di secondo livello, i minimi salariali, la flessibilità del rapporto di lavoro, che sono materia specifica del confronto fra le parti e su cui non ci può essere un intervento specifico del legislatore o del governo che prescinda dalle volontà di queste”.
“Come sindacato – è molto dura Boccardo – non ci sentiamo condannati all’irrilevanza e non accetteremo di essere messi al margine del confronto, non ci adegueremo a fare da spettatori mentre altri (i partiti, gli opinion leader, i soggetti forti dell’economia e della finanza, le autorità morali, la grande stampa, i capi “unti del signore” o acclamati dalle folle, ovviamente tutti disinteressati…) decidono per noi, disegnano il mondo del lavoro di domani, scelgono le impostazioni della società e definiscono i rapporti di forza dei diversi attori sociali.”
E, proprio sul rapporto sindacato e politica, il Segretario generale della UIL Molise precisa: “Siamo un sindacato non succube e asservito alla politica, siamo autonomi rispetto ai partiti e ai movimenti politici, siamo orgogliosi della nostra tradizione culturale e delle nostre elaborazioni, ma certo non siamo indifferenti rispetto agli orientamenti politici. Non siamo i qualunquisti del “i politici sono tutti uguali”, abbiamo nostre opinioni, abbiamo nostre impostazioni culturali, ogni iscritto al sindacato, ogni militante, ogni dirigente ha una propria opinione e la esprime anche nel contesto politico. In una parola: autonomi ma non indifferenti. Siamo certamente un’organizzazione che si ritrova nel movimento progressista italiano ed europeo, proprio perché è nella conservazione che i diritti dei lavoratori e dei pensionati sono calpestati, laddove alla nostra società e al nostro Paese serve un futuro di progresso, di sviluppo, di partecipazione democratica, di forte rilancio dell’economia, di rinnovamento delle strutture e delle Istituzioni.”
Con una stoccata finale sulla politica molisana: “Assistiamo con passione civile, proprio per i valori e la nostra storia, a quello che sta accadendo nella politica molisana: partiti politici che discutono e magari litigano molto al loro interno, assessori che si dimettono, consiglieri regionali che si riposizionano, qualcuno che rivendica impegni disattesi, opposizioni che si organizzano. Certo la UIL non prende parte, non si posiziona rispetto agli schieramenti, nemmeno dà ascolto alle sirene che promettono luminosi futuri. Tocca ai politici fare le scelte che competono loro per il consenso popolare raccolto o sperato, tocca alla politica trovare gli equilibri o i compromessi necessari. E non abbiamo dubbi che, con il confronto in atto, la politica farà il suo corso. Purché si faccia in fretta a ritrovare nuovi equilibri e a reimpostare gli assetti dell’amministrazione regionale.
“Le emergenze del Molise, a cominciare dal lavoro che manca e dalla necessità di agganciare la ripresa economica e occupazionale, non possono aspettare i tempi della politica.” Boccardo fa alcuni esempi: “Non possiamo cogliere le opportunità che derivano dal riconoscimento dell’Area di Crisi senza un autorevole Assessore alle attività produttive; non possiamo affrontare le tante vertenze in atto nelle partecipate senza un Assessore al lavoro in grado di gestire il confronto e adottare le decisioni su cui il sindacato è stato interpellato; non possiamo affrontare i temi della sanità con un Presidente che contratta a Roma e “spiega le decisioni” in un contatto diretto con gli operatori sanitari senza che in merito alle scelte ci sia stato un vero confronto con i soggetti sociali; non ci si può ricordare delle parti sociali solo quando vanno individuate le bretelle stradali su cui impegnare un po’ di fondi razionalizzati con il Patto per il Sud (ma non doveva essere firmato nei primi giorni dell’anno?).
“Quando a Roma disegniamo un moderno sistema di relazioni fra Sindacato, Parti datoriali, Pubblica Amministrazione, potere politico, è chiaro che pensiamo, per quanto ci riguarda, anzitutto al nostro disastrato Molise”.

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