Sono state rese note in questi giorni le rilevazioni delle retribuzioni medie conseguite dagli italiani, una ricerca curata dall’Osservatorio Jobpricing, per il quotidiano La Repubblica, che ha preso a riferimento i redditi dei lavoratori dipendenti del settore privato considerati nel luogo di produzione (che può esser differente dalla residenza). Si tratta di una ricerca diversa da quella svolta per esempio dall’Istat che accorpa più redditi: da lavoro dipendente, da pensione, da attività in proprio, da rendite, per poi suddividerli per i componenti della famiglia.
Guardando alle buste paga dei lavoratori dipendenti dell’industria, del settore artigiano, del commercio e dei servizi, dell’agricoltura, non ci sono comunque molte sorprese rispetto a quello che comunemente ci si aspetta: Milano domina con 34.500 € la classifica fra le province, che è chiusa dal Medio Campidano (22.000 €), una delle zone più depresse economicamente della Sardegna. Una differenza di oltre un terzo della busta paga. Nel mezzo, tutte le altre province, con una tendenza che non stupisce: vincono le regioni del Centro-Nord, le più attardate sono quelle del Mezzogiorno. Se si aggregano i risultati per regione, infatti, la Lombardia svetta al primo posto con retribuzioni lorde medie di oltre 31mila euro, e subito dopo troviamo il Trentino Alto Adige, l’Emilia Romagna e il Lazio.
“Ma a noi, com’è ovvio, preoccupa il dato del Molise: siamo quart’ultimi fra tutte le regioni d’Italia. Peggio che con i nostri 24.660 € annui stanno solo i lavoratori dipendenti sardi, lucani e calabresi. Certamente le ragioni sono molteplici – valuta Tecla Boccardo, Segretaria generale della UIL – inquadramenti contrattuali nelle fasce basse delle retribuzioni, scarsi compensi aggiuntivi legati a incentivi o premi alla produttività, poco lavoro straordinario in una fase economica difficile, praticamente assente la contrattazione di secondo livello aziendale o territoriale. Per questo i molisani, anche quelli che un posto di lavoro ce l’hanno e se lo tengono caro, non se la passano bene. Quando sosteniamo come Sindacato che occorre fare presto qualcosa di significativo per far ripartire l’economia, creare occupazione, incrementare i consumi, attrarre investimenti pubblici e privati, abbiamo ben presente la complicata situazione economica anche di questi lavoratori che con difficoltà raggiungono i mille euro al mese. Il lavoro dei molisani non richiede meno impegno o comporta minore fatica, le loro buste paga vanno adeguate.” Il programma di azione della UIL: “Subito il rinnovo dei contratti nazionali dei diversi settori (in questi giorni stiamo discutendo quello del commercio, dell’industria alimentare e metalmeccanica, del settore elettrico, dell’energia e di alcuni comparti del trasporto, oltre che avere aperta tutta la vertenza dei contratti del pubblico impiego), un’intensa stagione per la contrattazione di secondo livello, apertura del confronto sindacale in ogni singola azienda o ditta per condizioni di lavoro sopportabili, per un lavoro sicuro, per inquadramenti dei lavoratori adeguati, per retribuzioni in linea con quelle di altri contesti territoriali simili.”
Boccardo (UIL): i lavoratori dipendenti molisani fra i meno pagati d’Italia
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