Nella calza della Befana, Renzi non trova dolci che lo premiano per un anno intero di impegno a far ripartire il Paese ma soltanto carbone, tanto carbone. Glielo hanno fatto trovare quest’oggi i lavoratori pubblici della UIL che ne hanno portato sacchi in Piazza Montecitorio, alla presenza di Carmelo Barbagallo, Segretario generale della UIL, di dirigenti delle categorie del pubblico impiego di questo Sindacato, di una folta delegazione di lavoratori che aspettano da anni il rinnovo del loro contratto di lavoro.
“Se davvero l’Italia vuole puntare sullo sviluppo e dare una qualche sostanza ai timidi segnali di ripresa economica e occupazionale deve mettere al centro dell’iniziativa l’efficienza della Pubblica Amministrazione ed i diritti dei lavoratori pubblici che ne sono il motore. Cominciando dal rinnovo del loro contratto di lavoro. Il sindacato è pronto a sedersi subito al tavolo del confronto con il Governo, anche se le premesse (300 milioni stanziati con la legge di stabilità, quando lo stesso esecutivo continua a elargire mance col fine di garantirsi il consenso) non fanno certo ben sperare.” È molto chiara Tecla Boccardo, leader della UIL molisana che ha partecipato all’iniziativa romana.
“Soltanto nel film di Checco Zalone si può ancora ridere della retorica del dipendente pubblico fannullone, ma non possiamo certo pensare che i servizi rivolti al cittadino, dalla sanità alla sicurezza, dalla scuola alla ricerca, possano migliorare solo per l’infornata di altri venti nuovi decreti delegati. Non servono altre norme e provvedimenti che corrono il rischio di accrescere confusione e incertezze, ma investimenti veri sulle persone, sul loro sapere, sull’innovazione dei processi della Pubblica Amministrazione.”
“Quello che manca del tutto – continua Boccardo – è un progetto complessivo di ammodernamento della macchina pubblica, e ci si arrabatta a cercare una soluzione per i precari delle province e delle camere di commercio, si vivacchia tra i ritardi disastrosi nell’implementazione delle competenze in sanità, non si affrontano le questioni delle Agenzie delle entrate e quelle dei ministeri, si rimanda nel tempo il riordino delle amministrazioni locali, si lascia l’innovazione di processo e di prodotto a qualche amministratore di buona volontà, si acconsentono gli sprechi e poi non ci sono risorse da investire nella valorizzazione dei lavoratori (ognuno di loro sta in formazione per mezz’ora media annua…). Se va migliorato il rapporto fra lo Stato ed i cittadini, se costoro non devono essere trattati da sudditi ma poter fruire di servizi di qualità e realizzati con velocità ed efficienza, serve un piano straordinario per il lavoro pubblico e questo lo si imposta con i contratti di lavoro, con almeno 100 mila assunzioni di nuove professioni e con un serio confronto con il sindacato.”
“Ho portato il carbone a Renzi ed al Governo, ma come potevo non pensare anche al nostro Molise? – commenta ironica il Segretario generale della locale UIL – In regione la pubblica amministrazione è, purtroppo, il solo grande datore di lavoro. Le difficoltà economiche in cui ci dibattiamo, la limitatezza dei redditi delle nostre famiglie sono la risultante anche del blocco della contrattazione. E non mi pare proprio che, a livello di amministrazioni pubbliche locali, ci sia lo sprint nell’affrontare i problemi: siamo in ritardo nella riprogrammazione della sanità e del socio assistenziale, non c’è una lucida strategia nell’affrontare la soppressione delle province e nella ricollocazione del personale, giusto negli ultimi giorni dell’anno è esploso il problema della protezione civile e ieri c’è stato il confronto con la regione sui centri per l’impiego. E, nel frattempo, le prefetture a rischio di soppressione, la chiusura ventilata delle strutture della giustizia, la riarticolazione delle scuole, lo spostamento possibile degli uffici statali, …”
“Come UIL pretendiamo, invece, una forte azione per l’efficienza e l’efficacia della pubblica amministrazione ad iniziare dalle Istituzioni territoriali, anche realizzando qui le riforme amministrative a costo zero: trasparenza, sburocratizzazione e semplificazione di tutti gli adempimenti della pubblica amministrazione, centrale e locale; uffici unici per le imprese; una giustizia civile e del lavoro efficiente ed efficace, unitamente a forti azioni di contrasto all’illegalità; una maggiore efficacia delle politiche attive del lavoro potenziando il “sistema pubblico dei servizi per l’impiego” (in termini di risorse umane, strumentali e finanziarie, altro che privatizzazione del servizio); rafforzamento del sistema dell’istruzione e della formazione.”
“Considerata la difficoltà economica, occupazionale e sociale del Molise – chiosa Boccardo – proprio l’efficienza e l’efficacia della pubblica amministrazione, anche attraverso un nuovo modello di contrattazione, è la chiave per dare impulso al rilancio dell’economia ed è volano per una politica di sviluppo e di attrattività del nostro territorio.”
Boccardo (UIL): ho portato il carbone a Renzi, ma pensavo anche al Molise
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