“Dal rapporto Inps, presentato in questi giorni, emergono conferme e preoccupazioni: la lieve crescita del Pil nel nostro Paese, peraltro contradditoria e differenziata territorialmente, si riversa in maniera fragile sull’occupazione.
Due, in particolare, le criticità: l’ancora troppo alta propensione delle imprese nel non rischiare preferendo, tendenzialmente, i contratti a termine oltre il normale e fisiologico utilizzo e, purtroppo, il minor salario medio per questi lavoratori a termine.” Questa la valutazione di Tecla Boccardo, leader della locale UIL, che commenta: “E’ maturo, a nostro avviso, un intervento che riporti il lavoro a tempo determinato nell’alveo dell’eccezionalità e ciò può essere sostenuto sia cambiando la norma (oggi troppo estesa e facile per le imprese) sia aumentandone il costo per renderlo meno concorrenziale, con il contratto stabile e con l’apprendistato. La legge di Bilancio dà qualche spinta attraverso gli incentivi, ma temiamo non basti.”
“Sempre dal fronte Inps, i dati di ottobre sulle ore richieste di Cassa Integrazione segnalano il tema di come la febbre della crisi, pur modificata nella qualità, pervada ancora una parte del nostro sistema produttivo. Il dato generale di ottobre che conferma la costante diminuzione delle richieste, vede confermarsi una modifica nella composizione: stabile la Cassa Ordinaria a conferma di una lieve, ma costante ripresa dell’economia; consistente la Cassa straordinaria che rappresenta oltre il 53% delle ore autorizzate; quasi scomparsa, come prevedibile, la Cassa in deroga.Questa nuova composizione delle ore autorizzate indica come si stia manifestando una selezione tra le imprese, soprattutto quelle più grandi, tra le quali convivono eccellenze, ed imprese con dolorosi processi di ristrutturazione. E non è un caso, infatti, che rimanga costante il numero delle domande di indennità di disoccupazione involontaria (naspi).Non a caso la Uil ha chiesto di rivedere le regole (durata e costo) della Cassa integrazione Straordinaria.”
“Se tutti questi dati dell’Istituto previdenziale li decliniamo in ambito locale – sempre la Boccardo –la nostra preoccupazione cresce ancora di più. Davvero in Molise ci sono aziende di grosse e medie dimensioni che tengono stabili gli occupati o addirittura assumono, ma ci sono anche molte, troppe piccole aziende che non se la passano bene, dove l’occupazione è appesa ad un filo, che fanno frequentemente ricorso agli ammortizzatori sociali e, quando davvero necessario, aprono rapporti di lavoro non stabili e mal pagati. Da tempo chiediamo, come UIL, la predisposizione di un piano specifico per l’industrializzazione della nostra economia, puntando all’eccellenza, all’automazione, alla ricerca e all’innovazione, sostenendo al contempo le imprese di limitate dimensioni, quelle artigiane e quelle del commercio.”
“Certo, serve anche una maggior propensione dei nostri imprenditori ad investire, ad innovare processi e prodotti per sostenere la sfida della globalizzazione, a rischiare anche del proprio, magari facendosi sorreggere dai tanti interventi economici di supporto, dai tanti bandi che sono stati resi disponibili. Altrimenti Area di Crisi complessa, Area di crisi non complessa, Zes, bandi vecchi e bandi nuovi, … saranno solo preda di imprenditori che vengono da fuori, che magari un po’ di ricchezza la creano qui ma poi i soldi se ne vanno altrove.”