Tra il 2012 e il 2015 in Italia la Tassa sui Rifiuti (TARI) è aumentata mediamente del 32,4% (72 euro in più), mentre nell’ultimo anno l’aumento è stato del 3,3% (10 euro medi in più), passando da una tariffa annua di 224 euro a 296 euro medi a famiglia. E’ quanto ha calcolato il Servizio Politiche Territoriali della UIL che ha elaborato i costi in 103 Città capoluogo di provincia, per una famiglia di 4 persone con una casa di 80 mq. “L’aumento, per quanto riguarda il Molise, è addirittura spaventoso! – evidenzia con forza Tecla Boccardo, Segretario generale della UIL – Nello specifico tra il 2012 e il 2015 a Campobasso l’aumento medio è stato del 76,7 %, a Isernia del 64,7 %, praticamente il doppio della media nazionale. Certo, non siamo a livello di altri capoluoghi dove l’aumento percentuale è stato a tre cifre (Matera, Pescara, Avellino, L’Aquila e Nuoro) ma comunque siamo ben lontani da quei luoghi dove la tariffa è addirittura diminuita (Belluno, Varese, Bergamo, Udine e Gorizia). Anche le grandi città hanno registrato aumenti, ma sempre ben più contenuti dei nostri: Palermo del 37,5%, Milano del 31%, Firenze del 30,6%, Bari del 22,5%, Torino del 21,9%; ed ancora Napoli + 1,8%, Roma +2,3%, Venezia +2,9%.”
“In soldoni – ha spiegato Boccardo – questi aumenti hanno comportato un esborso in più, a famiglia, pari a 114 euro a Campobasso e 63 euro ad Isernia. Anche qui, in alcuni capoluoghi gli esborsi sono ancor più consistenti, mentre in altri si è addirittura risparmiato. Nel corso dell’ultimo anno nessun aumento a Isernia (avevano già talmente aumentato negli anni scorsi…) ed invece un bel 3,4% i più Campobasso. Rimane una grande differenza fra la tariffa media del capoluogo regionale (263 euro) e quella del capoluogo pentro (160 euro), forse anche questo un segno della diversa realtà socio economica.”
“I dati sopra esposti – ha concluso Boccardo – sono una ragione di più per non stare sereni, nonostante le norme previste nella Legge di Stabilità e i proclami del Presidente del Consiglio che afferma che il prossimo anno la pressione fiscale non aumenterà. Questo perché la TARI (così come le tariffe degli asili nido, delle mense scolastiche, del trasporto pubblico) non è oggetto del blocco dei tributi previsto per l’anno prossimo. Tra l’altro, gli aumenti della tassa dei rifiuti non sempre si accompagnano con una migliore qualità del servizio.”
Il Sindacato si ripropone di aprire una grande vertenza anche nella realtà regionale nei confronti di tutti i comuni alle prese con la redazione dei loro bilanci: come si vogliono far tornare i conti? Quale qualità dei servizi si vuole assicurare alla cittadinanza? A quale costo? Ne riparleremo presto.