Biomasse. Romano: la Regione si è ricordata di essere contro solo dopo il rilascio delle autorizzazioni

Il popolo molisano si sta svegliando, dopo il presidio permanente a Campochiaro, per bloccare i lavori della Civitas, in fase di  installazione di una centrale a biomassa, dopo un concerto a cui sono accorsi in 5mila,  la “marcia” su Campobasso con il presidio al Palazzo di Regione. Stiamo seguendo da anni la “questione ambientale” molisana, se così vogliamo chiamarla, stiamo cercando da anni con le nostre interviste e con le nostre inchieste, di “informare” i cittadini. Con la delegazione dei sindaci del matese è stato ricevuto dal Governatore Frattura anche l’avvocato Massimo Romano, che tra l’altro conosce bene la questione, a cui abbiamo chiesto dei chiarimenti.
Avvocato Romano, lei segue questa questione da anni. Vuole brevemente ricordare da dove nascono queste autorizzazioni?
Già nel 2012 la Regione aveva rilasciato l’autorizzazione per la centrale di Campochiaro che è stata successivamente annullata dal Tar Molise, nel 2013, su ricorso di cittadini ed imprenditori dell’agroalimetare. Attualmente pende il giudizio di appello, ma la Civitas ha riproposto una nuova istanza, quindi senza attendere la sentenza del Consiglio di Stato, che è stata approvata il 23 giugno scorso dal servizio energia della Regione (ing. Tamburro), unitamente all’altro impianto della Di Zio ubicato a pochi metri dal primo in agro di San Polo Matese”.
Da quando si è appreso delle concessioni per due centrali Biomasse, a distanza ravvicinata Campochiaro – San Polo, l’allarme è diventato sociale e ambientale.
“I cittadini sono stati ancora una volta tenuti all’oscuro di tutto e si sono ritrovati con le due autorizzazioni senza uno straccio di coinvolgimento: a chiacchiere, dalla Regione si straparla di trasparenza e condivisione, nei fatti se ne fregano. Eppure si tratta di argomenti ultra sensibili, quali ambiente e salute, sui quali non si scherza, soprattutto in una Regione che non ha un piano energetico, né un registro dei tumori né il piano della qualità dell’aria”.
La gente è costretta a scendere in piazza per difendere i propri diritti, ma questa non è una notizia, in Molise ormai è normale routine.
Ci sono in ballo interessi economici privati enormi, e la politica (e soprattutto certi politici) è debole (o ha un debole…) rispetto alle lobby dell’energia. Il controllo sociale dei cittadini sulla gestione del potere pubblico è una cifra delle democrazie moderne, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Grazie anche all’innovazione tecnologica che permette di mettere in rete in tempo reale immagini e video, l’opinione pubblica oggi è più potente di un giudice. Il problema è semmai un altro: che in Molise la reattività sociale è sempre stata ridotta al lumicino. Dal Matese, forse, giunge un segnale in controtendenza…e questo è un fatto sintomatico e del tutto positivo”.
Davanti ad una protesta sempre crescente, anche da parte delle Istituzioni, soprattutto da alcune che sembravano inizialmente favorevoli, c’è stato un ripensamento, come se lo spiega?
Distinguerei la posizione degli enti in funzione delle prerogative che la legge assegna loro nell’ambito del procedimento unico di autorizzazione: i Comuni, solo per fare un esempio, sono chiamati al rilascio di pareri vincolati in materia urbanistica ed edilizia, il cui rilascio, sussistendone i presupposti, non può essere impedito sulla base di valutazioni politiche. Chi ha cambiato opinione è la Regione: che si è ricordata di essere contro solo dopo il rilascio delle autorizzazioni. Per la verità va dato atto al Consiglio regionale di aver deliberato in maggio, dunque prima che venissero autorizzate, di sospenderne l’autorizzazione fino all’approvazione del piano di zonizzazione. Ma, ahimè, qualcuno sembra se ne sia dimenticato…”
Da legale, cosa significa la sospensione dei lavori, e cosa si può fare, legalmente? Il Comitato ha chiesto la revoca delle autorizzazioni, ma questo è possibile, e con quali conseguenze?
Nell’incontro in Giunta, al quale ho partecipato come legale dei Comuni, delle associazioni e degli imprenditori agroalimentari (insieme a Pino Ruta e Margherita Zezza), il Presidente Frattura ha comunicato ufficialmente ai Sindaci che l’indirizzo politico della Regione è di cancellare le autorizzazioni. Ne prendiamo atto: se così è, allora l’unica strada è la revoca delle autorizzazioni, ai sensi della l.r. 22/09. Comunque Frattura ha fissato anche un termine invalicabile: il 5 novembre, ossia il giorno prima della camera di consiglio al Tar. C’è un interesse pubblico che è prevalente e come tale deve prevalere rispetto ai pur legittimi interessi privati coinvolti”.
In una intervista il professor Montanari, massimo esperto e ricercatore in campo di nanoparticelle e nanopatologie in merito alle analisi dei siti mi ha risposto: “Tecnicamente le analisi sono perfettamente fattibili. Il problema è quello dei costi oltre, naturalmente, a quello di chi esegue le analisi e di quali parametri vengono scelti tra le migliaia che caratterizzano il “normale” inquinamento”. Ma il bene comune non dovrebbe essere messo al primo posto?
“Non c’è dubbio: il fatto che manchi il registro tumori e manchi quello sulla qualità dell’aria rende queste preoccupazioni ancor più legittime e fondate. Come dicevo, gli interessi economici sono notevoli e di certo fanno gola a molti, non solo politici”.
Ammesso che si arrivi ad una revoca delle autorizzazioni per questi due impianti, per tutelare la nostra regione, dovremmo, noi cittadini, sempre stare in guardia? Chi tutela i nostri diritti?
I cittadini dovrebbero essere tutelati innanzitutto dai loro rappresentanti politici. Ma in questo c’è una corresponsabilità degli elettori, che si ricordano di criticare solo quando è troppo tardi, rinunciando invece ad essere critici nel momento in cui ha più senso: ossia alle elezioni. In questo senso, oggi c’è una critica feroce e diffusissima, dal Matese fino all’ultimo dei comuni isernini, che prescinde dal colore politico e dalla tessera di partito, contro i conflitti d’interessi del Presidente Frattura: ma visto che erano cose note a tutti e da tutti, forse dovevano pensarci prima di votarlo… “
Valorizzazione turistica del matese e non solo. Ma come si fa a pensare ad un marketing di tale genere se prima non viene preservato il territorio?
“Bella domanda. Ora pensiamo a vincere la battaglia giudiziaria per bloccare le autorizzazioni: grazie a questa grande mobilitazione è aumentata la sensibilità di tutti anche sullo sviluppo turistico e ambientale. Sono fiducioso”.

Mariateresa Di Lallo

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